“Tempi felici, anche se rari, sono quelli in cui è lecito pensare ciò che si vuole ed esprimere ciò che si pensa” sentenziò una volta lo stimato storico, oratore e senatore dell’Impero Romano Publio Cornelio Tacito, e come dargli torto?! Gli antichi sono stati continuamente annoverati tra i massimi modelli a cui poter fare riferimento nel corso di tutta la Storia, in quanto detentori di valori morali, civili, etici e politici che hanno portato allo sviluppo della civiltà. Peccato solo, però, che di suddette virtù, in molti contesti, non ve ne sia più neanche le men che minima traccia.
Al giorno d’oggi viviamo in una realtà deformata, dove se da un lato ci si batte strenuamente per l’ottenimento di prerogative e libertà che dovrebbero essere già valide a priori, dall’altro pare si provi quasi un insano piacere nell’auto-sabotarsi. La libertà di pensiero e di espressione, ad esempio, è sancita e garantita dalle Costituzioni di tutti quei Paesi che si definiscono “democratici”. Eppure, non appena ci si appresta ad esercitare, nel pieno rispetto della dignità e dell’integrità altrui, quello che dovrebbe essere un proprio diritto irrevocabile, nonché una delle fondamenta stesse della democrazia, ci si ritrova invischiati in un circolo vizioso in cui il lecito diventa reato e il giudice si fa carnefice. Un po’ quello che è successo ad Alfonso Signorini nella scorsa puntata del Grande Fratello Vip 6. Intento a parlare con Giucas Casella della possibile gravidanza della sua cagnolina, il conduttore ha dichiarato di essere contrario all’aborto in ogni sua forma, suscitando, sui social network, le ire dei benpensanti del nuovo millennio, sempre pronti a puntare il dito e mai a guardarsi un attimo allo specchio. C’è chi lo ha accusato di essere fortemente fuori luogo, chi ha tirato in ballo i “diritti civili” e il DDL Zan, e chi ha ravvisato in lui la volontà di farsi portavoce dell’intero genere femminile. Insomma, come diceva il compianto Umberto Eco, forse è proprio vero che “i social hanno dato voce agli imbecilli”! Checché ne dicano Selvaggia Lucarelli e company, le polemiche sollevate lasciano il tempo che trovano e chi accusa il direttore di Chi di “moralismo ortodosso”, seppur ironicamente, non fa altro che alimentare un contro-moralismo insensato e inconcludente. Di sicuro Signorini parlava per sé e non lo si può incolpare per aver detto la sua su una tematica sociale alquanto scottante. E meno male che lo ha fatto, perché sono del parere che alle volte bisogna avere il coraggio di rimanere fedeli a se stessi, soprattutto in tv, persino a costo di risultare “impopolari”. È facile sentenziare davanti alla tastiera di un computer e allacciarsi al filone del momento, ma tutt’altra storia è il riuscire a sostenere le proprie convinzioni quando queste si discostano dal pensiero imperante della massa. Quindi, cari Lucarelli&Co, fatemi un favore: parlate per voi e per il vostro corpo, visto che nemmeno voi rappresentate il nostro Paese o le donne in generale! Ci si dovrebbe ricordare più spesso che l’Italia è uno Stato laico, che tutela la “libertà di opinione ed espressione” e in cui non vedo perché qualcuno non debba dire ciò che pensa per paura di essere criticato! Io in primis, pur non giudicando chi vi si presta, non sono favorevole all’aborto, e sinceramente, lo trovo molto più aberrante di qualunque posizione antitetica a tale pratica. Dunque, ora, dovrei essere messo alla gogna o lapidato?! Suvvia, ci sono situazioni e situazioni, e ciascuna di esse andrebbe contestualizzata e non strumentalizzata per partito preso. Basti pensare alle gravidanze inattese o insperate per mera disattenzione, in qual caso consiglierei più metodi contraccettivi, pillole, spirali o preservativi. Sarebbero più congeniali e, per quel che riguarda i profilattici, potrebbero aiutare nella prevenzione della diffusione di malattie sessualmente trasmissibili!
In parole povere, ognuno è libero di pensarla come vuole e mai di limitare la libertà altrui. Anzi, vi dirò di più, il sottoscritto Simone Di Matteo è anche contrario alla maternità surrogata e agli uteri in affitto (ci sono tanti bambini sparsi per il mondo, adottatene uno), i raccomandati in televisione (sebbene siano lì e nessuno li smuova), il maltrattamento, la sperimentazione e l’abbandono degli animali, ma non ho nulla da ridire in merito all’estinzione del genere umano!