Dietro le Quinte del Concertone 2022: Un’immersione nell’energia post-pandemica

Un vortice di sussurri affrettati, sguardi furtivi e una frenetica caccia ai selfie con le proprie star preferite. Il backstage del Concerto del Primo Maggio 2022 a Roma, organizzato da Rai Com, ha rievocato l’atmosfera vibrante di uno stadio, dove l’attesa per l’esibizione dei propri beniamini si mescolava all’esclusività del proprio punto di osservazione rispetto alla folla oceanica sotto al palco. Un vero e proprio percorso ad ostacoli, necessario per recuperare il tempo perduto dopo due anni di assenza a causa della pandemia. L’aria pullulava di una ritrovata convivialità, tra ristori e brindisi, resi possibili dal controllo del Green Pass, e la consueta distinzione tra gli artisti e gli accreditati. Per la stampa, un pomeriggio intenso, tra la ricerca spasmodica degli uffici stampa per interviste lampo e l’attenzione vigile per cogliere l’approccio di ciascun artista. Alcuni si mostravano disponibili, altri, visti affiorare dagli ingressi secondari di Rai Radio 2, apparivano troppo stanchi per ulteriori interviste. L’artista Mille (intervista disponibile sul canale IG), con la sua miscela di ironia e impegno sociale, si è imposta con disinvoltura, muovendosi tra giornalisti e amici con un sorriso smagliante. Analogo percorso per Sinkro (intervista disponibile sul canale IG), che ha superato le iniziali paure, trovando la forza per affrontare l’immensa platea di Piazza San Giovanni. Big Mama, simbolo del movimento “body positivity”, ha incantato con il suo rap schietto e il suo messaggio contro il bullismo. A contrastare l’entusiasmo dei fan, gli Psicologi, ospiti molto attesi, hanno rappresentato un’interessante controparte ad Ariete, rivelazione del panorama indie, sicura di una “ripartenza al 100%” del settore. I Coma_Cose hanno descritto la propria musica come “strati di messaggi importanti”, mentre La Rappresentante di Listo, ha sottolineato l’importanza di “drizzare le antenne e capire le esigenze della società,” conquistando il pubblico con la loro energia. La serata ha visto poi esibirsi Marco Mengoni, con un omaggio a Bob Dylan e un repertorio ricco di significato, Max Pezzali, fugace ma incisivo, Tommaso Paradiso, coinvolgente sul palco ma riservato con le interviste, Gazzelle, passato da icona indie a sorpresa del Concertone, e Fabrizio Moro, meno visibile ma ugualmente trascinante. Se dovessimo assegnare il premio alla vera icona di questa rinnovata esperienza, andrebbe a Valerio Lundini, con la sua “ironia seria”, capace di affrontare temi importanti come la guerra e di intrattenere gli artisti con la sua originalità, affiancato dal suo instancabile umorismo. Un paradosso, in una platea ossessionata dai selfie, dove il rischio è quello di archiviare rapidamente la giornata, ricca di emozioni, per liberare spazio ai prossimi eventi.