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The Last of Us: Il gioco e la serie TV |RECENSIONE

Coloro che hanno amato il videogioco prodotto da Naughty Dog, ormai uscito ben 10 anni fa, sicuramente non si sono persi l’adattamento televisivo della storia di Ellie e Joel “The Last of Us”. 

La serie TV è stata un successo, riscontrando i giudizi positivi dei critici e degli spettatori.

Prodotto targato HBO, la serie si è conclusa recentemente con l’uscita dell’ultimo episodio il 12 marzo 2023 e disponibile interamente su Sky e Now TV.

Trama

Moltissimi già sapranno la storia dei due protagonisti, ma facciamo un breve riepilogo per chi invece non conosce questa perla videoludica e non solo. La storia è ambientata in un mondo post apocalittico dove la società che conosciamo non esiste più, distrutta da un fungo parassita chiamato Cordyceps che ha infettato la stragrande maggioranza della popolazione mondiale. 

In questo mondo infetto rimangono pochi sopravvissuti, tra cui il contrabbandiere Joel che deve viaggiare lungo gli Stati Uniti insieme ad Ellie, una ragazzina di 14 anni che rappresenta l’unica speranza di sviluppare un vaccino che possa salvare tutti.

La forza dei personaggi secondari

ATTENZIONE: il testo seguente contiene spoiler sulla serie The Last of Us

Il maggior punto di forza di questa serie tv risiede secondo me nella scrittura e nell’evoluzione dei personaggi. Ellie e Joel incontrano molte persone lungo il loro cammino i quali sono tutti ben caratterizzati e approfonditi, discostandosi anche in parte da quello che invece viene mostrato nel videogioco.

Se quest’ultimo introduceva e dettagliava in modo essenziale alcuni personaggi tramite i dialoghi del gameplay, sicuramente la serie tv fa quel passo in più per sviscerarli e approfondirli ulteriormente, rendendoli più umani e complessi, con i loro pregi e difetti.

Sicuramente decisiva è stata la libertà creativa che ha permesso di creare delle dinamiche interessanti e rendere la serie ancora più bella per alcuni aspetti.

Basta pensare al terzo episodio, una vera novità per tutti quelli che conoscono il videogioco. In questo episodio infatti vediamo la storia di Bill e Frank. I videogiocatori hanno avuto l’opportunità di vedere all’azione solo il primo dei due, ma gli autori della serie, Neil Druckmann e Craig Mazin, sviluppano una vera e propria storia d’amore con un’intensa narrazione che risalta le paure e le fragilità dei singoli personaggi.

Anche nel quarto episodio abbiamo visto lo sviluppo dei personaggi di Henry e il suo fratellino Sam. Quest’ultimo, muto e leucemico, viene portato in salvo dal fratello Henry che cerca di proteggerlo a tutti i costi. Henry è uno snitch e tutti gli abitanti della città gli danno la caccia: questo perché, per salvare il fratellino Sam, Henry decide di consegnare alla FEDRA (Federal Disaster Response Agency) uno degli uomini più cari e importanti della resistenza, portandosi a sé l’odio di tutti, inclusa la sorella del consegnato.

Questo episodio e diversi altri, sono utili per analizzare il macro tema delle scelte e di come gli esseri umani, portati ad una situazione estrema, non possono essere categorizzati semplicemente in buoni o cattivi.

La dualità di Joel e il suo rapporto con Ellie

Ovviamente anche l’approfondimento dei protagonisti in “The last of us” non è da meno e che rispecchia le aspettative dei videogiocatori.

Joel, interpretato da Pedro Pascal, è un uomo ormai sulla cinquantina che ha perso sua figlia e che per sopravvivere ha fatto anche delle scelte discutibili, immorali, che l’hanno reso egoista, duro con gli altri e pronto a tutto pur di rimanere tra i sopravvissuti. Legato alla sua compagna d’affari Tess, dopo la sua perdita, con difficoltà riesce a legare con Ellie. Nel corso degli episodi, tra momenti leggeri e intensi, Joel scopre che c’è qualcosa per cui vale la pena lottare e vedrà Ellie non più come un pacco da consegnare, ma come una vera e propria figlia.

Significativo secondo me è proprio l’ultimo episodio dove il rapporto tra Ellie e Joel è maturato a tal punto che quest’ultimo le confessa di avergli dato un altro motivo per cui vivere dopo la perdita della figlia.

La forza di Ellie

E poi c’è Ellie, interpretata dall’attrice Bella Ramsey già nota per il suo ruolo in Game of Thrones. Ellie è una ragazza di 14 anni che sembra voler lottare con il mondo. Ha carattere e nonostante sia così giovane, mostra la capacità e la grinta tali da non voler sottostare a nessuno. Dopo aver scoperto di essere immune, viene trovata da Marlene, a capo delle Luci, che poi la lascerà in custodia a Joel e Tess. Da quel momento inizierà un viaggio impegnativo in cui si conosceranno e incontreranno diverse persone che segneranno in qualche modo la vita di Ellie. 

Quest’ultima conosce la violenza delle persone, non solo quella degli infetti, e nonostante tutto riesce a difendersi da sola, ad andare avanti fino alla fine. 

C’è stata in particolare una scelta degli autori della serie “The last of Us” che ho trovato interessante, e che si discosta in minima parte dal videogioco. Alla fine dell’ottavo episodio Ellie e Joel si incontrano fuori dal resort in fiamme dopo lo scontro di lei e David nell’ottavo episodio. Nel videogioco invece, Joel entra nel resort quando è ancora in fiamme e ferma Ellie, ancora infuriata contro David.

Questa scelta narrativa è dettata dal fatto che gli autori volessero che nella serie tv arrivasse un messaggio ben preciso agli spettatori. Il messaggio che arriva è che Ellie alla fine si salva da sola. Joel è lì per lei quando è tutto finito. Joel, che rappresenta ormai una figura paterna, non deve salvare Ellie da David, bensì deve salvarla a livello emotivo per non farle perdere la sua sanità mentale.

Tutto ciò viene spiegato nel dettaglio nel podcast ufficiale della serie tv:

The Last of Us è sicuramente una delle migliori serie di quest’anno. Per fortuna la rivedremo in seguito in quanto a gennaio 2023 è stata rinnovata per una seconda stagione.

Federica Benevento

A cavallo tra i Millenials e la Gen Z, sono una ragazza romana da sempre appassionata di cinema e di serie tv. Nonostante il background da economista, riservo uno spazio importante alla scrittura che non è nient'altro che un modo per condividere la mia "nerdaggine" con il mondo.