MUSICASTRANIERA

Eurovision Song Contest 2023, comincia la festa: i nostri “primi” ascolti

La musica internazionale si unisce sotto un solo cielo: al via da stasera, martedì 9 maggio, l’Eurovision Song Contest 2023. Dalla Liverpool Arena, ma col cuore rivolto all’Ucraina, si snoda la prima semifinale che vede di fronte 15 nazioni in cerca dei 10 relativi pass per la finalissima di sabato 13 maggio, quando concorrerà anche il nostro Marco Mengoni.

Di seguito l’ordine d’uscita degli artisti e i nostri voti alla performance:

Norvegia: Alessandra – Queen of kings
Il nostro “microfono in fuga” ruggisce come un elemento mitologico sul palco e restituisce un ritmo devoto alla contemporaneità, imbevuto di una performance decisamente travolgente.

Malta: The Busker – Dance (Our own party)
Un inno contro l’ansia sociale: il trio maltese racconta un quadro di timidezza alternativo, con una scenografia in itinere che regala un’immagine adatta ai più giovani. Rimarrà di certo il sax glitterato e quel maglioncino che ricorda bene la coperta di Linus


Serbia: Luke Black – Namo mi se spava
La techno sosprendente dell’alchimista del pop. Attraverso atmosfere decisamente progressive, l’artista regala una prestazione adrenalinica che però resta evanescente all’ascolto successivo.

Lettonia: Sudden Lights – Aijā
Un’ondata sicuramente più indie per il gruppo lettone che stringe il cerchio sulla musica rispetto alla performance, con un finale decisamente troppo lento.

Portogallo: Mimicat – Ai coração
Rosso caliente per questo ballo tipico portoghese che restituisce un’immagine senza tempo del paese lusitano, all’insegna degli acuti della cosiddetta “Amy Winehouse del Tago”.

Irlanda: Wild Youth – We are one
Un coro unito da una cornice dorata: dal sapore fortemente britannico degli U2 leggermente “cuginizzati” dal noto collettivo italiano, la band di Dublino sfodera una performance convincente fra le fiamme del palco con un ritornello ben congeniale, unito da un ottimo timbro vocale.

Croazia: Let 3 – Mama šč!
“Gli elio e le storie tese” contro la guerra: un inno metaforico e satirico con tanti riferimenti al potere che rimane per la sua valenza morale rispetto al lato prettamente artistico. Da “attempati” e “maestri della provocazione”, ci aspettavamo proprio questa performance!

Svizzera: Remo Forrer – Watergun
Timbro molto pulito e melodico per il giovane svizzero che, accerchiato da catene scenografiche e da un pianoforte di dolcezza acustica, porta un brano più radiofonico che di prestanza scenica. Anch’esso portavoce anti-bellico con quel “non voglio essere un soldato”, rimane però una icona più da Spotify che da Liverpool Arena.

Isreale: Noa Kirel – Unicorn
Ritmo decisamente più dance per l’artista votata tra le più promettenti dello scorso anno per la rivista People. Famosa per il suo servizio di leva esercitato in passato, la ragazza dimostra una sfrenatezza scenografica che fa di lei la più papabile tra i tormentoni e soprattutto un’ottima ballerina acrobatica!

Moldavia: Pasha Parfeni – Soarele şi luna
Atmosfere sicuramente più nazionalistiche per Pasha Parfeni che, attraverso gli abiti tradizionali del suo paese, racconta attraverso suoni folkloristici una storia tribali che ci rimanda a mondi visti spesso e volentieri in un film fantasy. Rimane comunque un ritornello che, seppur narrato in moldavo, rimane impresso nelle orecchie.

Svezia: Loreen – Tattoo
Voce dirompente e un abito decisamente forestiero per la “predestinata” cantante svedese, che s’innalza in solitaria su un un cubo per la sua disperazione. “Non entusiasmante”, il commento a margine di Mara Maionchi rispetto all’ovazione dell’intera arena. Chi avrà ragione?


Azerbaijan: TuralTuranX – Tell me more
Riconciliazione amorosa per i gemelliazeri che scelgono richiami amarcord per incalzare il pubblico della Liverpool Arena. Attraverso un intro in B/N e abiti vintage, i due artisti si affidano a una serenata “elettrica” che convince per la sua compostezza e il nostro smisurato amore per il brit-pop!

Repubblica Ceca: Vesna – My sister’s crown
Un collettivo pink che rimanda a suoni folkloristici slavi, con un ottimo schema musicale che alterna parti decisamente rappate a parti più lente. Dal messaggio fortemente femminista e pacifista, il brano suona come una cantilena infinita che potrebbe durare in eterno.

Olanda: Mia Nicolai & Dion Cooper – Burning daylight
Ritorno alla dolcezza sentimentale per la coppia orange che, sviluppandosi attorno a un beat decisamente più lento esalta la vocalità femminile a quella più classica maschile. Avvolti in un abbraccio vocale, i due regalano un’inno all’amore che quasi ci riporta alle atmosfere da teen drama. “Non ho trovato unione”, confessa Mara Maionchi, rimanendo come noi incerti sulla performance finale.

Finlandia: Käärijä – Cha cha cha
Ritmo incalzante e travolgente per la Finlandia che gioca col titolo per creare il tormentone dell’Eurovision. Dall’approccio primariamente scenografico, il pezzo si dimostra portavoce di una nazione spensierata ma al tempo stesso incandescente!

Durante il televoto, si sono anche esibiti in prestazioni a dir poco travolgenti le artiste Rebecca Ferguson e Alyosha sulle note coerenti di “Ordinary World” e Rita Ora, con un medley dei suoi brani più famosi e di altre hit senza tempo.

Luca Fortunato

Nato con la 'penna' all'ombra del Colosseo, sono giornalista pubblicista nell'OdG del Lazio. Accanto alle cronache del mio Municipio con il magazine La Quarta, alterno le mie passioni per la musica e il calcio, scrivendo per alcune testate online (M Social Magazine e SuperNews), senza dimenticare il mio habitat universitario. Lì ho conseguito una laurea triennale in Comunicazione a La Sapienza e scrivo per il mensile Universitario Roma. Frase preferita? "Scrivere è un ozio affaccendato" (Goethe).