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In arrivo “Pesci Piccoli” dei The Jackal, l’hype dal basso che rivoluziona l’idea del lavoro | ANTEPRIMA

La bellezza di stare dietro le quinte: sembra recitare così la nuova serie comedy di Amazon Prime “Pesci Piccoli – Un’agenzia. Molte idee. Poco budget”. A darne prova da oggi, giovedì 8 Giugno, ci pensano proprio i The Jackal, lo storico gruppo partenopeo del web, che ne svolgono, per questa prima volta in associazione con Mad Entertainment e in collaborazione con Prime Video, i ruoli più coerenti nella trama. Infatti i loro volti sono, assieme all’immancabile contesto partenopeo (stavolta visto da una finestra d’ufficio), proprio l’essenza di queste piccole realtà lavorative che plasmano ciò che vediamo riprodotto sui nostri dispositivi elettronici.



“Vogliamo raccontare – ammette in conferenza il regista e ideatore Francesco Ebbastacome fanno questi lavoratori a sopravvivere in un ruolo che non cambia il mondo”. Una visione apparentemente anti-eroica, ossimoro delle luci che si vedono riflesse nelle guest star prese nei 6 episodi che recitano proprio i panni dei testimonial delle campagne promozionali (da Achille Lauro a Herbert Ballerina, stando ai primi episodi visti in anteprima), capace di ribaltare completamente la piramide sociale ed etica, nel nome della manodopera. “La vera dignità – recita in un raro momento di serietà della conferenza Fabio Balsamoè riempirsi di quello che si ha, guardarsi con fierezza dove si è, senza per forza affannarsi a trovare altro”.

Quasi un approccio psicanalitico, accompagnato dall’idea connaturata di team working che, in un certo senso, è stato il valore aggiunto della  content factory di Napoli. “Il nostro ufficio sembra una casa, dove ogni giorno viviamo idee e visioni anche discordanti”, conferma Aurora Leone, anche lei in prima linea per dimostrare la forza di una collettività coesa per migliorare stessi: “il mio desiderio è di poter tornare sempre in questa casa con qualcosa di nuovo”. Dello stesso avviso gli altri ragazzi dei The Jackal, capaci di vivere “una gran festa al primo giorno di riprese”, come testimonia Ciro Priello, proprio per la reunion che si viveva dopo mesi di avventure artistiche in solitaria, con un eco a lunga durata. “Spero di vivere altre 10 stagioni così”, sogna Gianluca Fru, a testimonianza di un’opera che ha pesato poco sulle pressioni psicologiche degli interpreti.

Vale così anche per i nuovi arrivati? In un certo senso sì. Martina Tinnirello, che nella serie interpreta una manager declassata alla suddetta sede provinciale del marchio, riesce infatti a calarsi alla perfezione nel classico ruolo di “rottura” già visto nelle produzioni precedenti dei The Jackal, quasi a creare un rapporto empatico con lo spettatore. “Con la sua abilità recitativa riuscirà sicuramente a piacere al pubblico – la omaggia così Aurora Leone, mettendo in luce un altro aspetto fondamentale della vita lavorativa: l’integrazione. Non a caso il personaggio, nonostante le resistenze iniziali, riesce in qualche modo a redimersi, a trasformare i propri limiti in punti di forza, quasi a limiti favolistici: “cambiare sé stessi regala un eco importante sugli altri” testimonia l’attrice, all’esordio assoluto sul piccolo schermo.

Una scommessa, insomma, vinta dalla crew partenopea che, mantenendo coerenza con gli innati mondi digitali che li hanno resi celebri, riesce a creare una crossmedialità fluida, armonica e in un certo senso ipertestuale con le piattaforme streaming. “Era impossibile non omaggiare le grandi opere del genere” – ammette Francesco Ebbastama la sperimentiamo solo in alcune parti, dividendo il lavoro sui vari episodi”. E così, se all’inizio “Pesci Piccoli” sembra una sit-com americana, dalla seconda si scindono vari filoni cinematorafici, dal mokumentary alla “The Office”, al drama, fino alla completa trasgressività del no sense.

Sempre dall’interno dell’ufficio: “questa serie è soltanto un ‘Mare Fuori’ più educato”, scherza Ciro, mantenendo in conferenza, come davanti allo schermo, quel velo di spontaneità ironica che rende i The Jackal una forza comica inarrestabile.

[Photo Credits: GolinItaly]

Luca Fortunato

Nato con la 'penna' all'ombra del Colosseo, sono giornalista pubblicista nell'OdG del Lazio. Accanto alle cronache del mio Municipio con il magazine La Quarta, alterno le mie passioni per la musica e il calcio, scrivendo per alcune testate online (M Social Magazine e SuperNews), senza dimenticare il mio habitat universitario. Lì ho conseguito una laurea triennale in Comunicazione a La Sapienza e scrivo per il mensile Universitario Roma. Frase preferita? "Scrivere è un ozio affaccendato" (Goethe).