“Dialoghi fantastici” di Marco Ghia Mazzucco | RECENSIONE
Le notizie, non tutte, fanno rumore. Quelle che passano in sordina, pur significative, sono lanciate sottotono da una comunicazione spenta, apatica. Succede anche che restino nel buio. La memoria non ne conosce la vita e quindi cadono nell’oblio più assoluto. Alcune notizie sono votate all’indifferenza. Tutto sta nel come si presentano, come vengono piazzate e spalmate dall’informazione nelle varie scalette di news. Scartate oppure ignorate, le notizie finiscono nel pastone di cose da dire o da tacere. Recuperarle è semplice, renderle appetibili alla curiosità della gente è più difficile. Non occorre inventiva, solo stile. Le idee, se non sono agganciate allo stile e alla sostanza della notizia, saranno solo pensieri stinti impantanati nell’infelicità di far circolare adeguatamente talune news. Accostarle alla fantasia per renderle più fruibili per tutti potrebbe essere una strada originale, se pur azzardata, ma la sola idea è già tortuosa. Eppure, se costruita bene può essere un valore aggiunto di grande impatto conoscitivo e divulgativo. Insomma, un punto di forza. Sbagliare gli equilibri, la direzione della notizia e lasciarsi prendere la mano dalla troppa fantasia è un attimo quando scrivere, comunicare, è un hobby con grandi speranze.
In Dialoghi fantastici di Marco Ghia Mazzucco entri nel vivo di alcune notizie esposte dall’autore in modo singolare. News della società moderna o di epoche più remote, intetessanti ed anche inedite, sono presentate attraverso delle interviste o dialoghi fantastici, qualsivoglia dire, per attirare l’attenzione del lettore e per ricordare alcuni frammenti di notizie che hanno segnato e condizionato mode e modi di vivere e di pensare. La società è fortemente suggestionabile. La si può anche manovrare, è successo in passato, ma questo è più complicato e nulla a che fare con la fantasia perché di mezzo c’è la delirante follia di chi soggioca le masse.
Il libro è insolito. I pezzetti di storia sono finiti in una dimensione surreale tra intervistato e intervistatore. Le notizie sono interessanti, ma sono la costruzione della struttura narrativa e la scrittura stessa che lasciano a desiderare. L’idea è buona. Bisogna insistere sullo stile e questo non arriva dall’oggi al domani. Non è facile, ma in fondo scrivere è sacrificio ed impegno intellettuale.