Chi ti insegna le basi della vita spesso ti porta in cucina. E lì che si impastano meglio le storie. Momenti intimi, fatti di segreti, vissuti con l’anima un po’ febbrile di chi intende continuare la tradizione di famiglia. In cucina, non ti tradiscono i sapori che rievocano ricordi indimenticabili e nitidi. La quotidianità sarebbe più piacevole se si potesse portare con sè i profumi di casa propria, quella dell’infanzia. A volte, basta il profumo del cioccolato per risvegliare vecchie abitudini ed immagini mai sbiadite. Chiudi gli occhi e, al primo assaggio, passi nell’anticamera della memoria. Sei deliziato dal gusto intenso e catturato dalla forza del tempo che si manifesta senza tempo. In cucina, osservando, da piccoli si è iniziati al mondo fatto da farina, marmellate, zucchero. All’inizio segui con gli occhi i gesti precisi, delicati, delle nonne o delle mamme. Un po’ per intrattenerti, per passare il tempo, un po’ per imparare. Al centro del tavolo, quasi sempre, trovavi un vulcano che eruttava acqua e farina. Nelle mani di chi lavorava quell’impasto c’era tutta la tradizione ed il sapere tramandato da madre in figlia. Gesti uguali, da sempre, simili a certezze ancestrali legate ai fili della famiglia. I pensieri lasciano nell’aria odore di riservatezza e in cucina si fondono cortesia e riserbo per palati esigenti e sguardi sagaci. Il sapore dei ricordi te lo porti appresso di casa in casa. Tutto è possibile quando comprendi l’anima di un piatto. Tutto diventa una cosa nuova, saporosa, fedele anche al tempo.
In Virginia Woolf e la torta al cioccolato di Francesca Tamani senti il fruscio delle pagine di un antico ricettario della nonna della scrittrice che vengono girate per entrare nelle storie fatte di pranzi, di feste comandate, ma anche di sapienza e atmosfere di un tempo che ormai non esiste più. Una ricetta per una storia, per un invito alla consapevolezza che bastano le cose semplici, genuine, per riportare un po’ di ordine e di squisitezza nella propria vita. Il cibo è condivisione, consolazione, conforto e passione. E’ il tripudio della felicità, se ti accontenti delle cose vere. E come diceva Virginia Woolf: “Non si può pensare bene, amare bene, dormire bene, se non si è mangiato bene.”
Il libro è autentico, delicato, vivo e molto piacevole. La scrittura è affascinante, chiara, pulita, evocativa. La narrazione segue quella dei ricettari, ma dentro c’è tanta bellezza, quella genuina delle storie senza tempo.