La Carne e l’Anima: Un’analisi di “Invernale” di Dario Voltolino

La Carne e l’Anima: Un’analisi di “Invernale” di Dario Voltolino

Autoanalisi e consapevolezza di sé sono doti rare. Prendere sul serio la propria salute è spesso trascurato, soffocato dalla mancanza di tempo, dalla superficialità o da una miriade di problemi che relegato in secondo piano ciò che merita priorità. Decisioni cruciali, rimandate, possono avere conseguenze gravi. Il corpo invia segnali; interpretarli correttamente è fondamentale, poiché ignorarli, anche se sembrano sintomi sporadici, può permettere a fattori dannosi di attecchire. L’ascolto interiore, una profonda auto-osservazione, dovrebbe essere una priorità. È facile giudicare gli altri, ma è molto più complesso guardarsi dentro con onestà. Comprendere realmente il proprio stato d’essere richiede impegno e auto-consapevolezza. Errare è umano, amarsi è essenziale; in alcuni casi, una vera conquista. Il corpo, il nostro termometro esistenziale, reclama attenzione. Nel romanzo “Invernale” di Dario Voltolino, entriamo nella vita di un macellaio, un padre che quotidianamente “offre la carne morta ai vivi”. Un incidente, un taglio quasi amputativo ad un pollice, segna una svolta. È l’inizio di una discesa nella sua stessa carne, contaminata da un batterio che porta a un’infezione e ad una terribile diagnosi. Il figlio, Dario, è testimone del deterioramento fisico del padre, percepisce la malinconia di un uomo che si congeda dalla vita, dalla sua carne ormai priva di vigore. Il romanzo è un’opera intima e profonda. La narrazione, delicata e toccante, coinvolge profondamente il lettore, trasmettendogli ogni emozione, ogni battito del cuore, come se si trattasse della sua stessa carne.