Un giallo tra Tellaro e Portovenere: dodici misteri sul Golfo | Recensione

L’incognita affascina, alimentando la sete di conoscenza. Alcuni enigmi restano irrisolti, avvolti per sempre nell’ombra. Altri, invece, cedono alla tenacia investigativa, alla paziente analisi di indizi e dati. Questo processo, talvolta arduo e lungo, può interrompersi bruscamente quando si toccano punti delicati, segreti da non scalfire. La verità, a volte scomoda e pericolosa, assume i contorni di un giallo quando il mistero la avvolge. I casi irrisolti della cronaca sono veri e propri enigmi, complessi e inquietanti. Se le indagini non portano alla svolta decisiva, la pressione sui detective aumenta, dettata dall’esigenza di fornire risposte chiare e precise alla società. Chi è preposto alla scoperta della verità deve far luce sui fatti, identificare i responsabili, comprendere le motivazioni, reperire prove inconfutabili e consegnare alla giustizia tutti gli elementi accusatori. Un’impresa che richiede intuito, preparazione, competenze e anche una buona dose di fortuna. Eppure, alcune storie restano avvolte nel mistero, immutabili gialli irrisolti. In “Giallo come il Golfo”, da Tellaro a Portovenere, dodici autori raccontano altrettante storie, una per ogni mese dell’anno, ambientate lungo le coste del Golfo. Le vicende, narrate con abilità, non sfuggiranno a chi conosce bene i luoghi descritti, permettendo al lettore di cogliere dettagli inediti o di ritrovare elementi di forte impatto emotivo. Il libro rievoca il fascino irresistibile del mistero. Le storie, tutte ben scritte, possiedono un’innegabile forza espressiva.