L’era digitale presenta un paradosso: la facilità di comunicazione contrasta con la proliferazione di contenuti superficiali e inautentici. La tecnologia, e in particolare l’Intelligenza Artificiale, offre strumenti accessibili a chiunque, anche a chi vuole mascherare carenze di talento o di impegno. L’IA può essere una stampella per chi evita lo sforzo creativo, ma questa scorciatoia, oltre ad essere moralmente discutibile, ostacola la crescita personale. Se utilizzata responsabilmente, l’IA può rivelarsi un valido strumento; tuttavia, non può replicare l’esperienza autentica e l’impatto emotivo di una scrittura ispirata, nutrita da intuizioni e sentimento. La sua forza risiede nell’elaborazione di dati e algoritmi, ma manca dell’originalità e della capacità di connessione emotiva con il lettore, elementi imprescindibili di una scrittura di qualità. L’opera di Marshall McLuhan, “I New Media”, esplora questo confronto tra l’umano e l’artificiale nel campo della comunicazione scritta, evidenziando l’insostenibilità di una dipendenza dall’IA per compensare la mancanza di abilità autentiche. L’interazione tra uomo e macchina nel contesto dei nuovi media emerge come tema centrale, sottolineando l’irriducibilità dell’intuizione e della complessità del pensiero umano rispetto alle capacità, pur avanzate, dell’Intelligenza Artificiale. Il libro offre, quindi, una riflessione stimolante e attuale sul ruolo della tecnologia nella comunicazione e sulla scrittura.
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