“Le donne di Casa Altavilla” di Adriana Chirco | RECENSIONE
Le donne, nei tempi antichi, erano una risorsa. Garantivano alleanze e potere. Le figlie di nobili casate non contavano nulla, come tutte le altre, anche se istruite e ricche. Il loro destino era già segnato dalla nascita. Se le cose per gli aristocratici si mettevano male, rischiando di perdere tutto, si decideva di usare l’unica carta a disposizione: il matrimonio. L’amore non c’entrava nulla. Se fortunate arrivava con il tempo, cosa assai difficile quando di mezzo ci sono eredità e ambizioni politiche. Il rispetto, poi, era anche di facciata. Buon viso a cattivo gioco, in pubblico, rendeva le situazioni meno amare. Sono rare le donne che hanno avuto un ruolo importante e che hanno segnato il corso la Storia diventando anche delle eroine e finanche delle leggende. La vera storia di molte di loro è un mistero, in altri casi un copione comune a tante. Eppure, in segreto, hanno ordito complotti, manovrato i fili del potere, rendendosi sempre innocue. Insospettabili. Quando si sottovaluta una donna, è in quel momento che bisogna preoccuparsi veramente.
In Le donne di Casa Altavilla di Adriana Chirco conosci le vite di tante figlie, legittime e illegittime, degli Altavilla. Le protagoniste del libro sono le madri, le sorelle, le figlie, le nipoti, le mogli, le suocere, le cognate dei condottieri, dei signori normanni giunti in Italia e poi in Sicilia. Nelle loro storie si intrecciano, unioni, aspirazioni, ambizioni, ferite e tanto altro.
Il libro è un vero documento. Interessante nei contenuti e nella ricerca storica che l’autrice non ha mancato di fare riportando un testo molto esaustivo tra fatti e leggende.