Alcuni luoghi ti chiamano. Incantano. Resti senza fiato per lo stupore. Napoli, per esempio, è magia. E’ anche bellezza, stordimento, profondità di stati d’animo e contrasti. Luce, azzurro e ombre. Una città sotto il cielo e un’altra che ha per tetto la pietra. Una Napoli antica che si ramifica nel sottosuolo. Dentro e fuori si fanno strada segreti, misteri, silenzi e voci, piene, accorate e sguaiate. I palazzi raccontano una storia, le vie ed i quartieri la scrivono tutti i giorni. La narrazione si evolve raggiungendo livelli emotivi, nostalgici, sentimentali, perché la città partenopea ti sussurra, come una femmina innamorata, e ti sbatte in faccia, da omm’ senza scrupoli, l’arroganza mista alla genuina e generosa accoglienza. A Napoli non ti senti un forestiero. Sembri un bambino in festa, alle prese con la curiosità che fa grande ogni cosa. Allora, diventi un tutt’uno con i posti che visiti. Ti fai sole, mare, attracco e terra. Napoli te la porti addosso, negli occhi, nella memoria.
In Il sole non bagna Napoli di Antonella Cilento si fa strada un reportage sulla città più conosciuta al mondo. La scrittrice entra nelle ombre di una Napoli dove il sole quanto il mare sono secondari. La città è stata raccontata da molti autori, intellettuali, artisti. Farlo con un piglio diverso entrando nelle viscere del centro e della periferia significa evidenziare una mappatura di posti che catturano e inganno allo stesso tempo.
Il libro è molto interessante. La narrazione procede spedita. Il lettore è li’, a Napoli, grazie alle parole della scrittrice che accompagna e trasmette ogni emozione e aneddoti di storia. Lo stile di scrittura è semplice, accattivante. Resta ogni cosa nella mente del lettore. I significati più reconditi, attraverso espressioni meravigliose, arrivano dritti all’anima.