Due Vite, Un’Inaspettata Redenzione

Gli errori, nella vita, sono inevitabili; alcuni, enormi e irreparabili, lasciano un’impronta indelebile. Le conseguenze, spesso, si pagano a caro prezzo, non solo con la giustizia, ma anche con il tormento interiore. È umano sbagliare, ma la gravità degli errori varia. Da ogni caduta, però, si dovrebbe trarre insegnamento; la perfezione è un ideale irraggiungibile, e l’isolamento nella disperazione non offre soluzioni, anzi, amplifica il senso di colpa, se la coscienza è ancora viva. Altrimenti, il cinismo prevale. L’inquietudine notturna, un’angoscia che risale dall’anima, spesso è il segnale di un’incompletezza interiore. Affrontare il passato, anche se doloroso, è necessario. Non è facile, naturalmente; il senso di inadeguatezza si fa sentire con prepotenza, ma non si può eludere ciò che la vita ci presenta. In “La vita contro” di Rita Ragonese, ci immergiamo nelle storie di due individui ai margini della società. Umberto, un macellaio prossimo alla pensione e afflitto da alcolismo, porta il peso di una tragedia passata che lo ha privato della moglie e del figlio. Angela, una ventenne appena uscita dal carcere veneziano della Giudecca, si trova ospite di una comunità e svolge uno stage nella macelleria di Umberto per ottenere l’affido di suo figlio, Martin. Il suo errore? Aver creduto ciecamente alla fedeltà di Florian, il giovane padre del bambino, restando coinvolta in attività illegali. L’amicizia tra Umberto e Angela svela la possibilità di trovare bellezza persino nelle situazioni più disperate. Il romanzo si contraddistingue per l’autenticità delle vicende, l’intensità emotiva e una scrittura vibrante e sentita, arricchendo la lettura di significati profondi che rimodellano la percezione della vita stessa.