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“La vita contro” di Rita Ragonese | RECENSIONE

Si sbaglia, nella vita. Alcuni errori sono enormi, grandi, irreparabili. E si pagano. La condanna è una pena da scontare non solo dietro le sbarre, ma anche dando conto alla propria coscienza. Sbagliare è umano, appartiene a tutti. Ma ci sono sbagli e sbagli. Da essi si deve imparare, sempre. Si dovrebbero evitare, nessuno è perfetto. E nessuno dovrebbe isolarsi nella disperazione delle proprie azioni, perché una scelta del genere non porta da nessuna parte. Anzi, acuisce ulteriormente il senso di colpa, se c’è una coscienza attiva. Altrimenti, amen. Il menefreghismo regna sovrano. Forse, le ore di sonno saranno agitate. Tipico esempio di una inquietudine che viene dall’anima, che fa sentire la sua voce concitata. A volte non si possono lasciare le cose come stanno, soprattutto se incompiute. Vanno affrontate. Non è semplice, certo. Lasciano un forte senso di inadeguatezza e non ci si può sottrarre a quello che la vita ti para innanzi con prepotenza. 

In La vita contro di Rita Ragonese finisci dentro a due storie, di emarginati. Umberto e Angela si incontrano. Lui è alla soglia della pensione, alcolista, e lei, ventenne, è appena uscita dal carcere della Giudecca, a Venezia. Umberto, macellaio, porta sulle spalle e nel cuore il peso di una terribile tragedia accaduta vent’anni prima. Abbandonato dalla moglie e dal figlio, porta avanti la sua vita in solitudine. Angela, ospite di una comunità, arriva al reparto macelleria come stagista per via del progetto di recupero dei servizi sociali, con il solo scopo di ottenere l’affido di Martin, il figlio che ha avuto da Florian. Angela ha commesso un errore: aver ingenuamente creduto alla lealtà del giovanissimo padre di suo figlio, finendo invischiata, invece, in una serie di attività criminali. Umberto e Angela scopriranno, con la loro amicizia, la bellezza anche dove non ci sta.

Il romanzo è autentico. La storia è emotiva ed emozionante. Il lettore si fa carico di molti significati che cambiano il modo di vedere la vita. La scrittura è ritmata, sentita. 

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