Cinture di sicurezza: SCOPPIA IL CASO, automobilisti spiazzati dalla nuova regola | Si gira col salvagente a bordo

Cinture di sicurezza: decade l'obbligo? - pexels - emmepress
Negli ultimi tempi si è molto parlato di un presunto “addio” alle cinture di sicurezza, quasi come se la legge avesse deciso di eliminare un obbligo che da decenni rappresenta una delle principali misure di tutela per chi viaggia in auto.
In realtà, la situazione è ben diversa: l’obbligo di indossare la cintura rimane pienamente in vigore e chi non lo rispetta rischia multe salate e la decurtazione dei punti dalla patente. Quello che cambia, piuttosto, riguarda alcuni casi particolari nei quali la legge ha previsto delle eccezioni, riconoscendo che non sempre questo dispositivo può o deve essere utilizzato.
Per capirlo basta guardare al Codice della Strada, che stabilisce chiaramente l’obbligo per conducenti e passeggeri di utilizzare le cinture sia nei sedili anteriori che posteriori. Le sanzioni per chi trasgredisce sono tutt’altro che leggere: si va da oltre ottanta euro fino a superare i trecento, con in più la perdita di punti dalla patente e, nei casi di recidiva, persino la sospensione della stessa. Ma accanto a questa regola generale, l’articolo 172 introduce una serie di eccezioni che spiegano perché in certi contesti non sia obbligatorio indossare la cintura.
Un esempio molto chiaro riguarda i veicoli storici: tutte le auto immatricolate prima del 1976 che non erano dotate di cinture fin dall’origine non sono obbligate ad averle né tantomeno a farle installare. Chi ama guidare macchine d’epoca, insomma, non deve preoccuparsi di aggiornare l’abitacolo con dispositivi che all’epoca non erano previsti. Allo stesso modo, chi viaggia su vetture omologate prima del 1976 e sprovviste di attacchi per le cinture non ha alcun obbligo.
Poi ci sono le esenzioni legate al servizio: gli agenti di polizia, i vigili del fuoco o gli operatori sanitari impegnati in emergenze possono non indossare la cintura per motivi pratici, così da poter intervenire rapidamente e muoversi con maggiore libertà. Anche gli istruttori di guida rientrano in questa categoria: durante le lezioni pratiche, infatti, devono avere la possibilità di intervenire tempestivamente sui comandi senza essere limitati da una cintura.
Gli esoneri per motivi di salute
Un altro capitolo riguarda la salute. Alcune persone possono essere esonerate dall’obbligo se hanno certificazioni mediche che lo giustificano: ad esempio chi soffre di determinate patologie che rendono pericoloso o impraticabile l’uso della cintura. Lo stesso vale per le donne in gravidanza, ma solo se in possesso di un certificato della ASL che attesti una condizione di rischio particolare.
Queste eccezioni, però, non devono indurre a pensare che la cintura sia diventata superflua. Rimane uno strumento fondamentale di sicurezza, capace di ridurre drasticamente la gravità degli incidenti. Per questo la regola generale resta quella dell’obbligo: solo in casi ben precisi e regolamentati se ne può fare a meno.
Non è tutto come sembra
In fondo, l’idea che si possa davvero dire “addio” alle cinture è più che altro un fraintendimento. Ciò che la legge ha fatto è riconoscere che non tutte le situazioni sono uguali, e che in alcuni casi particolari la cintura può essere esclusa senza compromettere la sicurezza.
Ma per la stragrande maggioranza degli automobilisti, la scelta resta una sola: allacciare la cintura ogni volta che si sale in macchina, non solo per evitare una multa, ma soprattutto per proteggere la propria vita e quella degli altri.