UFFICIALE – ADDIO CINTURE DI SICUREZZA | Decade l’obbligo, ora circoli come ti pare e senza multe

Donna incinta - pexels - emmepress
In Italia, il Codice della Strada stabilisce chiaramente l’obbligo per tutti i passeggeri e conducenti di indossare le cinture di sicurezza durante la marcia del veicolo.
Questa norma è stata introdotta per garantire la sicurezza degli occupanti, riducendo il rischio di lesioni gravi in caso di incidenti. Tuttavia, come avviene per molte regole, la legge prevede alcune eccezioni, tra cui una riguarda le donne in stato di gravidanza. In questi casi, l’obbligo di utilizzo delle cinture di sicurezza può essere sospeso, ma solo in presenza di condizioni specifiche certificate da un medico.
In generale, le donne in gravidanza sono tenute a rispettare le stesse regole di tutti gli altri passeggeri. Indossare la cintura di sicurezza rappresenta, infatti, un importante strumento di protezione sia per la madre sia per il bambino.
Tuttavia, in alcune situazioni particolari, il ginecologo o il medico curante può valutare che l’uso della cintura possa comportare rischi per la salute della donna o del feto. Questo può accadere, ad esempio, in presenza di gravidanze particolarmente avanzate, di problemi di circolazione o di altre condizioni cliniche specifiche che rendono difficile o rischioso l’uso della cintura tradizionale.
Quando il medico ritiene che ci siano rischi, può rilasciare un certificato che attesti l’impossibilità di indossare la cintura di sicurezza senza compromettere la salute della madre o del bambino. Questo certificato deve essere sempre portato con sé durante la guida e deve essere esibito in caso di controlli da parte delle forze dell’ordine. È importante sottolineare che l’esenzione dall’obbligo non è automatica: la futura mamma deve dimostrare con documentazione ufficiale la validità del motivo medico. Le autorità hanno il diritto di verificare la documentazione e assicurarsi che il certificato sia autentico e aggiornato.
L’esenzione deve essere certificata e validata
Per quanto riguarda le sanzioni, è fondamentale comprendere che l’obbligo di indossare le cinture di sicurezza rimane valido a meno che non ci sia una valida esenzione. Chi guida o viaggia senza cintura senza averne diritto rischia multe che possono andare da 81 a 326 euro, oltre alla decurtazione di 5 punti dalla patente. Nei casi di recidiva entro due anni, la sanzione prevede anche la sospensione della patente da 15 giorni a due mesi, oltre alla multa e alla decurtazione dei punti. Queste regole valgono sia per le donne in gravidanza sia per gli altri conducenti, ma nel caso delle future mamme l’esenzione deve essere giustificata da motivi medici documentati.
È quindi chiaro che la normativa mira a bilanciare due esigenze fondamentali: la sicurezza su strada e la tutela della salute delle donne in gravidanza. In pratica, la legge riconosce che in alcune situazioni particolari la cintura di sicurezza potrebbe creare disagio o rischi, ma richiede sempre una certificazione medica per giustificare l’esenzione. Le future mamme devono pertanto rivolgersi al proprio medico per valutare se rientrano nelle condizioni che permettono di non indossare la cintura, e conservare la documentazione aggiornata.
Le eccezioni previste dalla legge per le cinture di sicurezza
Le donne in gravidanza sono generalmente tenute a indossare le cinture di sicurezza, ma la legge italiana prevede un’eccezione per chi, per motivi medici, rischierebbe di compromettere la propria salute o quella del bambino. La chiave è il certificato medico, che deve essere sempre disponibile in caso di controlli.
Rispettare questa normativa significa proteggere se stesse e il proprio bambino, evitando sanzioni e garantendo una guida sicura. La tutela della salute, unita alla sicurezza stradale, resta dunque un principio fondamentale su cui si fonda la regolamentazione italiana.