Definito come il BORGO più PICCOLO d’Italia, sì e no ci vivono 30 anime e 2 pecore | Dietro gli alberi spunta il nonno di Heidi

Borgo - Emmepress
Questo è uno di quei luoghi che sembrano vivere fuori dal tempo. Quando ci si arriva, dopo una strada che si arrampica tra boschi e tornanti, la sensazione è quella di entrare in un mondo sospeso
Qui il rumore della città non arriva e dove anche il ritmo del pensiero sembra rallentare. È il borgo più piccolo della provincia di Lecco e tra i più piccoli d’Italia: oggi conta appena una manciata di abitanti, poco meno di quaranta persone che condividono case, piazze e ricordi.
Quello che colpisce subito è il silenzio. Non un silenzio vuoto, ma un silenzio abitato dal vento, dal rumore dell’acqua che scorre nei ruscelli, dai campanacci delle mucche nei pascoli. Passeggiare per le sue frazioni sparse è come ritrovare frammenti di una vita antica, fatta di gesti semplici e di relazioni dirette. Qui ci si conosce tutti, e il legame con la terra è ancora fortissimo.
La storia di Morterone è segnata dall’isolamento. Nel Seicento arrivava a contare oltre trecento abitanti, ma col passare del tempo e con la difficoltà di collegamenti comodi, le famiglie hanno cominciato a lasciare il paese. Nel 1966 si toccò il minimo storico, con appena ventinove residenti.
Da allora, pur con alti e bassi, Morterone è rimasto un simbolo di resistenza, un piccolo presidio di vita in mezzo alle montagne. Non ha scuole, e i bambini devono scendere a Ballabio ogni giorno, ma c’è la volontà di restare, di custodire un’eredità che non si misura in numeri ma in memoria.
Una chiesa è il cuore del borgo
Il cuore del borgo è la chiesa della Beata Vergine Assunta. All’interno custodisce opere del Settecento, come la pala di Francesco Quaglio, ma anche interventi contemporanei, segno che il dialogo tra passato e presente è possibile anche in un luogo così remoto. Davanti, in piazza, la scultura in bronzo “Grande Madre” di Rudi Wach accoglie chi arriva e ricorda che l’arte può abitare i luoghi più piccoli, trasformandoli in spazi di riflessione e bellezza.
E poi c’è la natura, che a Morterone non è solo un contorno, ma la vera protagonista. Da qui partono sentieri che portano verso il Resegone, con viste mozzafiato che si aprono man mano che si sale. Le frazioni sparse sembrano piccole isole immerse nel verde, e chi ama il trekking o la mountain bike trova percorsi che uniscono fatica e poesia. Non servono grandi infrastrutture: basta mettersi in cammino per capire che qui la ricchezza è il paesaggio stesso.
Un borgo piccolo in Italia e lontano dal consumismo
L’accoglienza è semplice e autentica. La trattoria “I Cacciatori” è uno dei pochi punti di ristoro, ma anche un luogo d’incontro, dove la cucina racconta ancora i sapori della tradizione. Non ci sono grandi alberghi né resort: chi viene a Morterone lo fa per cercare un’esperienza diversa, lontana dalla velocità e dal consumo.
Forse è proprio questo il segreto di Morterone. Non è un posto che offre spettacoli rumorosi o attrazioni costruite, ma regala tempo, silenzio, respiro. È un invito a rallentare, a guardare il mondo da un altro punto di vista, a ritrovare un senso di equilibrio che altrove sembra perduto. In un’Italia che spesso corre, questo piccolo borgo della Valsassina è un promemoria gentile di quanto sia prezioso fermarsi.