Autovelox FINTI, credi che ti arrivi la multa e invece no | Li riconosci da questo simbolo, se c’è allora sfreccia pure

Autovelox - pexels - emmepress
Negli ultimi anni, lungo le strade urbane e extraurbane italiane, è sempre più frequente imbattersi in apparecchi di rilevazione della velocità, i famosi autovelox.
Alcuni sono ben visibili, altri invece più discreti e quasi mimetizzati tra il paesaggio. Non tutti però, pur somigliando a strumenti di controllo, sono realmente operativi. Una delle convinzioni più diffuse riguarda proprio il colore: molti automobilisti sostengono che se l’autovelox è arancione si tratti quasi sempre di un dispositivo finto, un semplice contenitore senza alcuna telecamera all’interno.
In effetti, molti Comuni installano questi cilindri o box colorati con l’unico scopo di dissuadere gli automobilisti dal correre, confidando nell’effetto psicologico che la sola presenza di un rilevatore di velocità può avere sulla guida. In questi casi non ci sarà alcuna multa, perché lo strumento non rileva nulla, ma l’effetto deterrente funziona comunque, contribuendo a far rallentare il traffico e ridurre il rischio di incidenti.
Tuttavia non è sempre così semplice. Il colore, da solo, non basta a stabilire con certezza se un autovelox sia realmente inattivo. Alcuni dispositivi arancioni possono infatti essere dotati di componenti mobili o diventare attivi in determinati momenti, magari quando nelle vicinanze è presente una pattuglia.
A complicare ulteriormente il quadro si aggiungono le nuove normative che, dal 2024, richiedono che solo gli autovelox omologati secondo i più recenti standard ministeriali possano produrre multe valide. Questo significa che, a prescindere dall’aspetto esteriore o dalla tonalità, l’elemento davvero determinante è la conformità alle regole tecniche stabilite dal Ministero.
Attenzione ai dettagli
Per gli automobilisti, dunque, il rischio di affidarsi solo all’impressione visiva può rivelarsi ingannevole. Un autovelox che sembra “spento” o che ha un aspetto poco credibile esteticamente potrebbe invece funzionare regolarmente se è stato omologato e installato secondo le procedure corrette. Allo stesso modo, un guscio arancione senza alcun dispositivo interno rimane una semplice “scatola”, utile solo a far rallentare chi transita in quel tratto.
In questi casi diventa fondamentale prestare attenzione ad alcuni dettagli. Se il tratto stradale è ufficialmente segnalato come zona soggetta a controllo elettronico della velocità, la probabilità che il dispositivo sia operativo cresce, indipendentemente dal colore. Inoltre, anche se un apparecchio sembra dimesso, potrebbe comunque essere in grado di rilevare infrazioni: il funzionamento non è sempre percepibile dall’esterno. La presenza di agenti nelle vicinanze, oppure di telecamere integrate meno evidenti, può trasformare un presunto “scatolone” in un vero strumento di sanzione.
Estetica non vuol dire efficacia
L’errore più comune è pensare che l’estetica coincida con l’efficacia. In realtà, l’unico modo per capire se una multa sia legittima è verificare che l’autovelox sia stato omologato, che ci sia stata un’adeguata segnalazione del tratto e che le procedure previste dalla legge siano state rispettate. In caso contrario, eventuali sanzioni possono essere contestate.
Il colore degli autovelox è un indizio, ma non una certezza. È vero che quelli arancioni, molto diffusi lungo le strade italiane, sono spesso installati come semplici deterrenti visivi, ma esistono eccezioni che possono trarre in inganno. La regola più sicura rimane sempre la stessa: rispettare i limiti di velocità. Non solo per evitare sanzioni, ma soprattutto per garantire una maggiore sicurezza a se stessi e agli altri utenti della strada.