Padelle, queste sono PERICOLOSE | Le abbiamo in casa e ci conducono alla MORTE, altro che fumo e smog

Padelle antiaderenti sotto accusa - pexels - emmepress
Ogni giorno cuciniamo con padelle e pentole che ci sembrano strumenti del tutto innocui. Eppure alcune di esse, in particolare quelle antiaderenti con rivestimenti a base di sostanze chimiche chiamate PFAS, stanno finendo sotto accusa.
Negli Stati Uniti, e in particolare in California, si discute infatti di un divieto che potrebbe cambiare abitudini consolidate in milioni di cucine.
I PFAS sono sostanze perfluoroalchiliche, molto usate per rendere le superfici antiaderenti e resistenti al calore. La loro comodità è indiscutibile: chi non ha mai apprezzato una frittata che scivola via senza attaccarsi? Il problema è che queste sostanze vengono definite “eterne”, perché non si degradano facilmente nell’ambiente e tendono ad accumularsi nei nostri corpi. Diversi studi le collegano a problemi di salute anche gravi, come disturbi ormonali, difficoltà di fertilità e persino alcuni tipi di tumore.
La California sembra pronta a fare un passo deciso: entro il 2028 i PFAS saranno vietati negli imballaggi alimentari e dal 2030 non sarà più possibile produrre o vendere padelle che li contengono. Manca solo la firma del governatore Gavin Newsom, attesa entro poche settimane, per trasformare la proposta in legge. Se la misura entrerà in vigore, potrebbe diventare un modello anche per altri Paesi, compresa l’Europa, dove il dibattito è già aperto.
La notizia divide. Da una parte ci sono chef e aziende produttrici che difendono le padelle antiaderenti: secondo loro, se usate correttamente, non rappresentano un rischio per la salute. Basta non graffiarle e non portarle a temperature troppo elevate. Vietarle significherebbe, a loro avviso, rendere la cucina più complicata e spingere i consumatori verso strumenti meno pratici. Dall’altra parte ambientalisti e scienziati sostengono che la prudenza sia d’obbligo: anche un piccolo graffio o un uso scorretto può liberare microplastiche e fumi dannosi, e in gioco c’è la salute pubblica.
In cerca di alternative sostenibili
Intanto molti consumatori hanno già iniziato a guardarsi intorno in cerca di alternative. L’acciaio inox è tra le opzioni più sicure e durature, anche se richiede un po’ più di attenzione nella cottura. La ghisa, se ben trattata, offre un’ottima distribuzione del calore e un antiaderente naturale. Ci sono poi le padelle in ceramica o in rame, materiali tradizionali che stanno tornando di moda proprio per la loro affidabilità.
La questione va oltre il singolo utensile da cucina. Ci costringe a riflettere su un tema più ampio: quanto siamo disposti a rinunciare alla comodità per proteggere la nostra salute e l’ambiente? Molti prodotti chimici introdotti negli ultimi decenni si sono rivelati problematici solo a lungo termine, e i PFAS sembrano seguire la stessa traiettoria.
Presto norme più stringenti
In Italia, per ora, non esiste un divieto simile, ma non è difficile immaginare che, se la California farà da apripista, anche l’Europa e il nostro Paese potrebbero presto introdurre norme più stringenti. Forse non c’è bisogno di correre a buttare tutte le padelle antiaderenti che abbiamo in casa, ma un po’ di prudenza non guasta. Controllare lo stato del rivestimento, evitare graffi profondi e non surriscaldarle troppo può ridurre i rischi. Allo stesso tempo, valutare l’acquisto di padelle in materiali alternativi potrebbe essere un investimento per il futuro.
In fondo, cucinare non è solo questione di praticità: è anche un gesto di cura verso chi si siede a tavola con noi. E forse vale la pena chiedersi se il vantaggio di una frittata che non si attacca valga il rischio di portare in cucina sostanze destinate a restare, per sempre, dentro di noi e nell’ambiente.