Addio contanti: i supermercati dicono STOP ai portafogli | Senza carta non fai più la spesa, è già in vigore

Pagamento POS

Pagamento POS - pexels - emmepress

Non è raro che la tecnologia anticipi – o addirittura imponga – cambiamenti nelle nostre abitudini quotidiane, anche le più radicate: addio contanti?

Negli ultimi anni stiamo assistendo a una trasformazione silenziosa ma profonda: la progressiva scomparsa dei contanti. L’articolo pubblicato da Sardegna in Blog parla di una rivoluzione epocale, quella che potrebbe presto vedere i supermercati dire “addio” al contante, accettando solo carte o strumenti digitali. Una prospettiva che, per molti, rappresenta un passo avanti verso il futuro, ma per altri un rischio di esclusione e perdita di libertà.

In diversi Paesi del Nord Europa, come la Svezia, la società “cashless” è già una realtà. Lì oltre l’80% delle transazioni avviene tramite carte o app di pagamento, e pochi si sorprendono se un negozio non accetta contanti. In Italia, invece, la situazione è molto diversa. Secondo il Cashless Society Index, il nostro Paese occupa una delle ultime posizioni in Europa per diffusione dei pagamenti digitali.

Ancora oggi, una larga parte degli italiani continua a preferire banconote e monete, sia per abitudine sia per diffidenza nei confronti della tecnologia o delle banche. Eppure, il contante ha un costo notevole: si parla di circa 10 miliardi di euro all’anno per la gestione fisica del denaro, tra trasporti, sicurezza e logistica. A questo si aggiunge il problema dell’economia sommersa, stimata dalla CGIA di Mestre in circa 200 miliardi di euro, pari al 12 % del PIL nazionale.

L’idea di una società senza contanti nasce quindi da esigenze concrete: maggiore efficienza, tracciabilità, riduzione dei costi e lotta all’evasione. Con i pagamenti digitali tutto diventa più veloce, più sicuro e più trasparente. Le banche e gli esercenti non devono più preoccuparsi di trasportare o custodire grandi somme, lo Stato può monitorare meglio i flussi di denaro e i cittadini beneficiano di strumenti comodi e sempre più evoluti, come i wallet su smartphone o i sistemi di cashback. È una visione moderna, coerente con il mondo interconnesso in cui viviamo.

Dritto e rovescio della medaglia

Ma la medaglia ha anche un rovescio. L’eliminazione del contante rischia di lasciare indietro chi non ha accesso o dimestichezza con la tecnologia. Non tutti possiedono una carta, uno smartphone o una connessione stabile. Gli anziani, le persone in difficoltà economica o chi vive in zone rurali potrebbero trovarsi improvvisamente esclusi da un gesto quotidiano come fare la spesa. C’è poi il tema, non secondario, della privacy: ogni transazione digitale lascia una traccia, e non tutti sono disposti a rinunciare completamente all’anonimato garantito dal contante. In un mondo dove ogni pagamento è registrato, il rischio di una sorveglianza eccessiva o di un uso improprio dei dati personali non è trascurabile.

Anche la dipendenza dalle infrastrutture digitali rappresenta un punto critico. Basti pensare a un guasto nei sistemi bancari, a un blackout o a un attacco informatico: senza contanti come alternativa, l’intero sistema dei pagamenti si bloccherebbe. In Italia, dove non tutte le aree dispongono di connessioni stabili o di POS funzionanti, una simile transizione rischia di ampliare le disuguaglianze territoriali.

Soldi
La transizione dal cash alle carte potrebbe lasciare indietro i meno tecnologici – pexels – emmepress

Serve una transizione consapevole e graduale: addio contanti?

Ecco perché parlare di “divieto dei contanti” nei supermercati non significa soltanto discutere di metodi di pagamento, ma di diritti, accesso e inclusione. Una rivoluzione digitale può essere positiva solo se è accompagnata da misure concrete per non lasciare nessuno indietro. Servono garanzie per chi non può usare strumenti elettronici, incentivi per adottare nuove tecnologie, infrastrutture solide e una tutela rigorosa della privacy.

Forse, più che un divieto, ciò che serve è una transizione consapevole e graduale. Il futuro dei pagamenti sarà certamente digitale, ma non può essere imposto con rigidità. L’obiettivo dovrebbe essere quello di costruire un sistema più moderno, sicuro e trasparente, senza dimenticare che dietro ogni transazione c’è una persona, con le proprie abitudini, paure e necessità. La rivoluzione cashless potrà davvero dirsi epocale solo se saprà essere anche umana.