Pensioni, l’INPS colpisce di spada e di fioretto | Aumenti per chi ha l’ISEE inferiore a 35mila euro: cifre già visionabili

Pensionato

Pensionato - pexels - emmepress

Negli ultimi tempi si parla molto di pensioni, ma raramente le notizie portano un sorriso.

Questa volta, però, qualcosa sembra muoversi in una direzione più positiva. Secondo quanto riportato da Idea Building, chi ha un ISEE inferiore ai 35.000 euro potrebbe presto ricevere un piccolo ma significativo aumento della pensione, o meglio, evitare quelle penalizzazioni che spesso colpiscono chi decide di andare in pensione un po’ prima. Una misura che, se confermata, rappresenterebbe un aiuto concreto per migliaia di persone con redditi medio-bassi.

Per capire meglio, bisogna ricordare che l’ISEE è un indicatore che misura la situazione economica complessiva di un nucleo familiare, tenendo conto di redditi, patrimoni e composizione familiare. Finora è servito principalmente per ottenere agevolazioni e bonus, ma non ha mai avuto un ruolo diretto nel calcolo della pensione. Le cose potrebbero però cambiare con la prossima Legge di Bilancio, che introdurrebbe un legame tra l’ISEE e la pensione nel caso della cosiddetta “Quota 41 flessibile”.

Questa misura consentirebbe di andare in pensione a 62 anni con 41 anni di contributi, ma normalmente comporta una penalizzazione sull’assegno, che può arrivare fino al 10 % per chi lascia il lavoro prima dell’età pensionabile standard, fissata a 67 anni. La novità, secondo le anticipazioni, è che chi ha un ISEE sotto i 35.000 euro non subirebbe questa riduzione. In pratica, si tratta di un’agevolazione che premia chi ha redditi più bassi, consentendogli di lasciare il lavoro un po’ prima senza vedere decurtato il proprio assegno mensile.

Tutto in fase ancora di proposta

È una proposta che, se attuata, rappresenterebbe un passo importante verso una maggiore equità sociale. In un Paese dove la vita lavorativa è sempre più lunga e faticosa, soprattutto per chi svolge lavori manuali o usuranti, la possibilità di andare in pensione qualche anno prima senza penalizzazioni è un segnale di attenzione. Inoltre, legare il beneficio all’ISEE permette di indirizzare le risorse pubbliche verso chi ne ha davvero bisogno, evitando privilegi a chi ha già una situazione economica solida.Naturalmente, tutto questo è ancora in fase di proposta. Prima che diventi realtà, la misura dovrà essere inserita nella Legge di Bilancio 2026 e approvata dal Parlamento.

Inoltre, l’INPS dovrà chiarire con circolari specifiche come verranno gestiti i controlli e le verifiche sugli ISEE. Un aspetto importante riguarda proprio la validità dell’ISEE: se non è aggiornato o è compilato in modo errato, si rischia di essere esclusi automaticamente dal beneficio. In quel caso, la pensione verrebbe comunque decurtata come per chi ha un reddito superiore. Un altro punto da considerare è l’impatto economico di questa misura. Rinunciare alle penalizzazioni per una larga fascia di pensionati comporta costi aggiuntivi per lo Stato, che dovranno essere coperti da risorse certe. Ma nonostante queste incognite, l’idea di premiare chi ha redditi più bassi è stata accolta con favore da molti, perché rappresenta un piccolo gesto di giustizia sociale.

INPS
INPS – pexels – emmepress

Un cambiamento concreto per le pensioni

La notizia dell’aumento o, meglio, dell’assenza di penalizzazioni per chi ha un ISEE sotto i 35.000 euro è un segnale incoraggiante. In un periodo in cui l’inflazione e il caro vita pesano sempre di più sui bilanci delle famiglie, anche un piccolo alleggerimento può fare la differenza.

Se la misura verrà confermata, potremmo trovarci di fronte a un cambiamento concreto: un sistema pensionistico un po’ più equo, che riconosce le difficoltà di chi ha lavorato una vita ma non ha avuto le stesse opportunità economiche di altri.