Freddo in arrivo, ma NON accendere ancora i riscaldamenti: rischio multa e danni | Questa la norma ignota a molti

Termosifone - pexels - emmepress
Con l’arrivo del primo freddo, torna anche il momento di accendere i riscaldamenti. È un gesto che segna davvero l’inizio dell’inverno
Il tepore che si diffonde in casa, l’odore di termosifoni che tornano in funzione dopo mesi di inattività, la sensazione di comfort che ci avvolge. Ma dietro quel semplice clic sul termostato si nasconde una serie di controlli e attenzioni che molti trascurano e che, invece, sono fondamentali per evitare problemi, sprechi e rischi per la sicurezza.
Ogni anno, con le prime accensioni, si ripetono le stesse scene: radiatori che non si scaldano, rumori strani provenienti dalla caldaia, pressione che sale o scende all’improvviso, stanze fredde nonostante il riscaldamento acceso. Tutto questo accade perché spesso si dimentica che un impianto fermo per mesi ha bisogno di una verifica accurata prima di essere riattivato. Secondo gli esperti, gran parte dei guasti o dei malfunzionamenti tipici del periodo autunnale potrebbero essere evitati con pochi e semplici controlli preliminari.
La prima cosa da fare è informarsi sul calendario ufficiale dell’accensione dei riscaldamenti. In Italia, infatti, non tutte le zone possono accendere i termosifoni nello stesso periodo o per lo stesso numero di ore giornaliere. Ogni Comune appartiene a una determinata zona climatica, che stabilisce quando e per quanto tempo è possibile riscaldare gli ambienti. Ignorare queste regole non solo può comportare sanzioni, ma contribuisce anche a sprechi energetici e a un impatto ambientale maggiore.
Una volta chiariti i limiti di legge, è essenziale verificare che la caldaia sia in perfette condizioni. La manutenzione periodica, affidata a un tecnico specializzato, non è solo una formalità burocratica: serve a garantire sicurezza, efficienza e risparmio. Un impianto pulito e ben regolato consuma meno gas e produce più calore, oltre a ridurre il rischio di emissioni pericolose come il monossido di carbonio. Per questo motivo, avere in casa un rilevatore di CO è sempre una scelta saggia, specialmente per chi ha caldaie datate.
Bisogna sempre controllare la pressione
Altro punto cruciale è il controllo della pressione. Una pressione troppo alta può danneggiare la caldaia, mentre una troppo bassa impedisce il corretto funzionamento del sistema. Anche la pulizia dei filtri e lo “spurgo” dei termosifoni sono operazioni semplici ma decisive: eliminare l’aria accumulata consente all’acqua calda di circolare meglio, rendendo uniforme la temperatura in tutte le stanze.
Ma la sicurezza e l’efficienza non sono gli unici motivi per cui vale la pena prendersi cura del proprio impianto. Anche il portafoglio ringrazia: un riscaldamento ben regolato permette di ridurre i consumi fino al 20%, senza rinunciare al comfort. Basta abbassare leggermente la temperatura — mantenendola intorno ai 20 gradi — e chiudere le valvole nei locali inutilizzati per notare la differenza in bolletta.
Un rito stagionale per il freddo in arrivo
In fondo, accendere i riscaldamenti non è solo un gesto tecnico: è un rito stagionale che ci ricorda quanto il calore domestico vada conquistato con un po’ di attenzione e consapevolezza.
Controllare, pulire e programmare non toglie nulla alla magia del tepore invernale — anzi, la rende più sicura, più duratura e anche più sostenibile.