SPID, la truffa che fa tremare l’Italia | Migliaia di persone SENZA UN EURO, tutto a causa di questo sms

Truffato - pexels - emmepress
Lo SPID è diventato una chiave indispensabile per accedere ai servizi online della Pubblica Amministrazione: dall’INPS all’Agenzia delle Entrate, fino ai portali sanitari e universitari.
Una comodità enorme, certo, ma anche un potenziale rischio. Proprio perché racchiude tanti dati personali e finanziari, lo SPID è ormai nel mirino dei truffatori. E l’ultima minaccia che sta circolando si chiama “truffa del doppio SPID” — un inganno che può svuotarti il conto e rubarti l’identità digitale in pochissimo tempo.
Ma come funziona esattamente questa truffa? Tutto inizia con il furto o la clonazione di un documento d’identità. Il truffatore, in possesso di queste informazioni, riesce a creare un secondo SPID a nome della vittima, ma collegato a un numero di telefono e a un indirizzo e-mail sotto il suo controllo. In pratica, il malvivente ottiene un “clone” digitale della persona, che gli consente di entrare nei suoi fascicoli, cambiare IBAN per ricevere pagamenti o rimborsi, e persino accedere a dati sensibili.
La cosa più subdola è che lo SPID originale continua a funzionare normalmente, quindi la vittima non si accorge di nulla. Finché un giorno non arriva il momento di ricevere la pensione, lo stipendio o un rimborso, e i soldi… non ci sono. A quel punto, il danno è già fatto. In alcuni casi, i truffatori arrivano persino a compiere atti illeciti a nome della vittima, con conseguenze legali davvero gravi.
Purtroppo, i segnali d’allarme non sono sempre evidenti. Possono esserci piccoli indizi: accrediti che non arrivano, notifiche di modifiche sospette ai propri dati su siti istituzionali, oppure mail che informano di variazioni del proprio SPID o dei dati bancari. In altri casi, la banca può segnalare movimenti insoliti o richieste inattese di autorizzazione. Se si riceve anche solo un messaggio dubbio, è importante non ignorarlo.
Non abbassare mai la guardia
Per difendersi, la prima regola è non abbassare mai la guardia. È consigliabile controllare periodicamente, tramite il portale dell’Agenzia per l’Italia Digitale, quanti SPID risultano associati al proprio codice fiscale: se ne compare più di uno e non lo avete creato voi, bisogna intervenire subito. È anche fondamentale non inviare mai foto di documenti via e-mail o chat, nemmeno a persone o enti che sembrano affidabili.
Un’altra buona pratica è attivare l’autenticazione a due fattori (2FA), che aggiunge un livello di sicurezza ogni volta che si accede ai servizi online. In caso di furto o smarrimento dei documenti, invece, bisogna sporgere denuncia immediatamente: è l’unico modo per impedire che vengano usati per scopi fraudolenti.
Una minaccia reale
Vale la pena controllare spesso i propri dati su siti come INPS e Agenzia delle Entrate: se notate che il vostro IBAN o l’indirizzo sono stati modificati, contattate subito l’assistenza.
La truffa del doppio SPID è una minaccia reale, ma non invincibile. Basta un po’ di attenzione e qualche abitudine di sicurezza in più per proteggere i propri dati e la propria identità digitale. Lo SPID è una porta che ci apre il mondo digitale dello Stato: facciamo in modo che resti chiusa ai truffatori.