Conto cointestato, la mossa “innocente” che può metterti nei guai col Fisco | Nessuno ha letto questa NOTA ufficiale

Conto corrente - pexels - emmepress
Aprire un conto corrente cointestato può sembrare una soluzione pratica e conveniente, soprattutto per gestire insieme le spese familiari o condividere le finanze con un socio d’affari.
Tuttavia, dietro questa apparente semplicità si nascondono rischi e responsabilità che non vanno sottovalutati. Prima di firmare qualsiasi documento, è fondamentale conoscere le implicazioni legali e patrimoniali legate a questo tipo di conto.
Uno degli aspetti più delicati riguarda la responsabilità solidale. Tutti i cointestatari, infatti, sono considerati responsabili in solido per qualsiasi obbligazione derivante dal conto, sia nei confronti della banca sia verso terzi. Questo significa che se uno dei titolari accumula debiti o lascia scoperto il conto, gli altri possono essere chiamati a rispondere per l’intero importo, indipendentemente dalla propria quota. In altre parole, anche se una persona contribuisce solo in parte al conto, rischia di dover coprire le spese o le mancanze degli altri.
Il problema diventa ancora più evidente in caso di pignoramento. La legge stabilisce che il conto cointestato può essere aggredito anche se il debitore è solo uno dei titolari. La quota di ciascun cointestatario può essere pignorata, e la banca non può discriminare tra i vari titolari: deve applicare le regole previste, senza privilegiare alcuno. Questo può generare situazioni delicate, soprattutto se non si ha un accordo chiaro tra i cointestatari sulla gestione dei fondi.
Un altro rischio riguarda i prelievi effettuati da uno dei titolari. Anche se, per legge, si presume una divisione equa delle somme, può accadere che un cointestatario prelevi più del dovuto. In questi casi, se i fondi provengono in realtà da un solo titolare — ad esempio tramite bonifici personali o buste paga — è possibile richiedere la restituzione della somma tramite un’azione legale. Tuttavia, questo comporta inevitabilmente complicazioni e potenziali conflitti tra le parti.
Una gestione complicata in caso di separazione
La gestione di un conto cointestato può complicarsi ulteriormente in caso di separazione, divorzio o decesso di uno dei titolari. In queste situazioni, è fondamentale avere documentazione chiara che dimostri la provenienza dei fondi e gli accordi stabiliti tra i titolari. La banca, infatti, non ha il compito di giudicare chi ha diritto a cosa: il suo ruolo è solo quello di eseguire le operazioni in sicurezza, ma le controversie tra eredi o cointestatari restano fuori dalla sua sfera di responsabilità.
Per ridurre i rischi, è consigliabile aprire un conto cointestato a firma congiunta, stabilire chiaramente le quote di ciascun titolare e conservare tutta la documentazione relativa ai versamenti. È utile anche definire regole precise sulla gestione del conto e sulle modalità di prelievo, così da evitare malintesi o conflitti futuri.
Uno strumento molto utile per il conto cointestato
Il conto corrente cointestato può essere uno strumento molto utile, ma solo se usato con attenzione e consapevolezza. Prima di decidere, è importante valutare i rischi, stabilire accordi chiari e pensare alle conseguenze legali e patrimoniali.
Solo così la gestione condivisa delle finanze può rimanere serena, sicura e senza sorprese spiacevoli.