“Paghi anche se non usi l’auto” | La follia del SUPERBOLLO inquinamento è realtà, in Italia sono tutti terrorizzati

Bollo auto - pexels - emmepress

Bollo auto - pexels - emmepress

Stangata in vista per molto italiani: il superbollo inquinamento terrorizza tanti automobilisti. Quello che devi sapere per la tua auto.

La dura realtà. L’Italia è una della nazione con i parchi auto più vecchi, con un’età media che supera abbondantemente i dodici anni. Questa longevità delle vetture in circolazione, spesso vetuste e poco efficienti dal punto di vista ecologico, si traduce in un freno significativo per gli obiettivi di riduzione dell’inquinamento e di transizione ecologica.

La situazione è critica e non accenna a migliorare, nonostante gli appelli a un rapido rinnovamento del parco circolante. Questa diffusa anzianità del parco veicoli è la cartina tornasole di un problema socio-economico complesso che affligge il nostro Paese.

Molte famiglie, in particolare quelle con minori disponibilità economiche, si ritrovano nell’impossibilità di rottamare o sostituire la propria vecchia auto con un modello più recente e a basse emissioni.

Il costo elevato dei veicoli nuovi e la scarsità di incentivi realmente accessibili per tutte le fasce di reddito mantengono in vita, e sulle strade, migliaia di automobili ormai obsolete, che continuano a emettere sostanze inquinanti nell’aria.

Il meccanismo di tassazione dell’auto

A complicare ulteriormente il quadro già precario interviene un meccanismo di tassazione che, nel tentativo di colpire l’inquinamento, finisce per penalizzare ingiustamente le fasce più deboli. Lo chiamano superbollo. E il motivo è di facile comprendonio.

Si tratta di una maggiorazione sul bollo auto ordinario, pensata per scoraggiare l’uso dei veicoli considerati più dannosi per l’ambiente. In linea teorica, l’obiettivo è nobile, ma la sua applicazione pratica in un contesto di motorizzazione così datata solleva non poche perplessità e accese polemiche tra i cittadini.

Auto d'epoca - pexels - emmepress_
Auto d’epoca – pexels – emmepress

Stangata in arrivo

Il temuto balzello si basa sull’applicazione di moltiplicatori sulla tariffa base del bollo, che aumentano il costo della tassa per determinate categorie di auto. Nello specifico, questa imposta aggiuntiva si concentra sui veicoli con classi ambientali basse, ovvero quelli più vecchi e inquinanti, come gli Euro 0, gli Euro 1 e, in alcuni casi regionali, anche gli Euro 2.

La conseguenza è molto pesante: chi possiede un’auto datata e poco prestante si ritrova a pagare cifre spropositate rispetto al suo valore o alla sua potenza. L’assurdità del sistema emerge nel momento in cui si confrontano i costi finali. Una piccola utilitaria Euro 0, magari con pochi cavalli fiscali, finisce per pagare una tassa di proprietà quasi identica a quella imposta per un grosso SUV di ultima generazione. La logica del “più inquini, più paghi” viene così distorta in un “sei povero, paghi come un ricco”, generando una forte sensazione di ingiustizia tra i cittadini.