Semaforo, il verde NON serve più | Scatta la nuova regola che manda in tilt gli automobilisti: migliaia di incidenti in arrivo

Semaforo rosso - pexels - emmepress
Una notizia curiosa: “col verde non si passa più”. Sembra infatti che il colore più familiare dei semafori possa essere sostituito da una nuova tonalità.
L’ipotesi ha fatto rapidamente il giro del web, alimentando curiosità e un pizzico di smarrimento: è davvero possibile che il verde venga rimpiazzato? E se sì, cosa cambierebbe per automobilisti e pedoni? Prima di tutto, vale la pena ricordare che il semaforo moderno è uno degli strumenti più universali e riconoscibili della mobilità urbana. Nacque negli Stati Uniti negli anni Venti grazie all’inventore Garrett Morgan, e nel tempo il suo schema rosso-giallo-verde è diventato un linguaggio comprensibile ovunque nel mondo.
La forza di questo sistema sta proprio nella sua semplicità: tre colori che comunicano un messaggio immediato, chiaro, universale. Rosso significa “stop”, giallo invita a “prestare attenzione”, verde dà il segnale di “via libera”. È un codice visivo che trascende le barriere linguistiche e culturali, e che tutti apprendiamo fin da bambini.
Proprio per questo l’idea di cambiare uno dei colori del semaforo ha colpito così tanto l’immaginazione collettiva. L’articolo pubblicato dal sito MadonieLive chiarisce tuttavia che in Italia non c’è nessuna rivoluzione in vista: i colori restano quelli di sempre e non esistono progetti ufficiali per modificarli. L’origine della notizia, in realtà, sembra provenire da un curioso caso internazionale, che ha poi dato vita a una catena di fraintendimenti e titoli sensazionalistici.
In Giappone, per esempio, il colore del “via libera” non è propriamente verde, ma tende più al blu. Questa particolarità nasce da una sfumatura linguistica: per secoli, nella lingua giapponese, la parola “ao” indicava sia il blu che il verde. Solo successivamente si introdusse il termine “midori” per distinguere il verde, ma la tradizione culturale e linguistica mantenne una forte associazione tra il concetto di “via libera” e la tonalità blu-verdognola. Così, quando il Giappone adottò i semafori moderni, si decise di utilizzare una luce che apparisse verde abbastanza da rispettare le convenzioni internazionali, ma con una sfumatura blu per non rompere con l’uso tradizionale del linguaggio. Ancora oggi, chi visita il Paese nota che i semafori giapponesi appaiono più blu che verdi, pur significando esattamente la stessa cosa.
Una particolarità tutta orientale
È probabile che la notizia del “nuovo colore del via libera” derivi proprio da questa particolarità orientale, trasformata dal web in un titolo sorprendente e un po’ ingannevole. In realtà, nessuna autorità europea o italiana ha annunciato modifiche al codice della strada o ai colori dei semafori.
Un cambiamento del genere, d’altronde, sarebbe tutt’altro che semplice: bisognerebbe aggiornare milioni di impianti semaforici, rivedere la segnaletica orizzontale e verticale, e soprattutto promuovere una campagna informativa di massa per evitare confusione e incidenti.
Niente di confermato
Per ora, quindi, non c’è alcun “nuovo colore del via libera”. Resta soltanto una curiosità interessante che ci invita a riflettere su quanto le abitudini visive e linguistiche influenzino la nostra percezione del mondo. Anche un gesto quotidiano come attraversare la strada o fermarsi a un incrocio è il risultato di una convenzione culturale, affinata nel tempo e ormai radicata in tutto il pianeta.
In definitiva, la storia del semaforo “senza verde” è più un esempio di come una notizia possa diventare virale che una reale innovazione in arrivo. Ma ha comunque il merito di ricordarci quanto la sicurezza stradale si fondi su regole semplici, chiare e condivise: rosso per fermarsi, giallo per prestare attenzione e verde — sì, ancora lui — per ripartire, ma sempre con prudenza.