“Mi stai facendo soffrire, ti denuncio”: INDENNIZZO INAIL per il lavoratore, il CAPO ti RISARCISCE se crea un clima tossico I Ufficiale, Sentenza 337: Tutela previdenziale preventiva
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“Mi stai facendo soffrire ti denuncio”: tutto vero, approvato l’Indennizzo Inail per il lavoratore. Tradotto: il CAPO ti risarcisce, intaschi i soldi. E per che cosa? Se crea un clima tossico. Esatto: è ufficiale la sentenza 337.
Stiamo parlando di quella che viene definita Tutela previdenziale preventiva. Un principio normativo, ma anche etico, che cambia tutto.
Da oggi per ottenere giustizia, infatti, a fronte di soprusi o abusi o situazioni deleterie per te, sul posto di lavoro, non serve fare chissà che capriole.
Soprattutto, non serve dimostrare che il capo ce l’ha con voi, e chissà quali atti persecutori sta attuando. Basta la prova che hai sofferto per un clima tossico al lavoro. Tutto vero.
Molto spesso, quando andiamo a lavoro, ci sentiamo frustrati, in ansia e tesi. Il clima che si respira in ufficio o in azienda può essere pessimo. Come?
Le condizioni da cui nasce il tuo diritto al risarcimento
Colleghi ostili, superiori troppo esigenti, pressioni continue e compiti che sembrano non finire mai. Tutto questo può generare stress costante, fatica mentale e persino malesseri fisici, come insonnia, mal di testa o disturbi digestivi. A lungo andare, vivere in un ambiente così “avvelenato” può davvero farci ammalare, aumentando il rischio di ansia, depressione e altre patologie legate allo stress lavorativo.
Ma forse non tutti sanno che, in questi casi, non si è completamente senza tutela. Esiste infatti la possibilità di ottenere un risarcimento, soprattutto quando le condizioni lavorative portano a problemi di salute certificabili. Una recente sentenza del Tribunale di Reggio Emilia ha stabilito che il mobbing e il cosiddetto “clima avvelenato” possono essere riconosciuti come causa di malattia professionale, anche senza dover dimostrare un intento persecutorio specifico da parte del datore di lavoro o dei colleghi.

Non devi fornire prove: basta la tua ‘sofferenza’
Non necessariamente deve trattarsi di mobbing ma la “malattia professionale” per la legge è qualcosa di serio e infatti ci si affida al principio della tutela previdenziale preventiva. Sarebbe a dire?
Una sentenza clamorosa, quella del Tribunale di Reggio Emilia, ha cambiato tutte le carte in tavola in tal senso. Il mobbing, in senso lato, è riconosciuto e rimborsato come malattia professionale da parte dell’Inail, nonostante magari ci si trovi in assenza di una prova esplicita dell’intento persecutorio da parte di datore di lavoro o dei colleghi. Basta una consulenza tecnica che identifichi il danno biologico, quale ansia e depressione, avvertito dal lavoratore a fronte del “clima avvelenato” in cui è stato costretto a lavorare. Questa sentenza, pubblicata l’11 giugno 2025 dalla sezione Lavoro del Tribunale di Reggio Emilia (la numero 337), riscrive dunque i confini della legge.
