Lorena Bianchetti: «Le foto hard con l’AI? Ci si sente violate”

AI - pexels-EMMEPRESS

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Lorena Bianchetti non ci gira attorno, e affronta la questione con piglio, serietà ma anche con inevitabile angoscia e frustrazione: «Le foto hard con l’AI? Ci si sente violate, non è meno grave se lo scatto è falso”, dice. E poi ammette:”Andrò alla polizia”.

La conduttrice Rai è stata vittima del sito sessista che letteralmente ‘spoglia’ le donne avvalendosi di immagini pubbliche rielaborate con l’intelligenza artificiale.

La sorpresa, e il disgusto. Lorena Bianchetti, conduttrice della Rai, è una delle vittime dell’ennesimo sito sessista che spoglia le donne usando di immagini pubbliche rielaborate con l’intelligenza artificiale.

La domanda è semplice, immediata, inevitabile: come ha scoperto che le sue foto erano finite su quel sito? La risposta, netta, non lascia spazio ai dubbi.

«Alla fine di una lunga giornata di lavoro, mi sono seduta al ristorante e ho ricevuto una telefonata di mio marito: mi ha detto che ne parlavano tutti i telegiornali della sera».

Lorena Bianchetti, vittima di sito sessista

Prima reazione di angoscia, disgusto, di vero choc. «Choc. La seconda è quella di sentirsi violati. Derubati della propria identità e della propria dignità. Una violenza incredibile davanti alla quale non si può far finta di niente». E da qui, la decisione ferma. «Sicuramente, già domani mattina presenterò denuncia alle forze dell’ordine. Siamo in presenza di un reato grave, di atti che frodano chi ne è vittima. Denunciare credo sia fondamentale, che sia un dovere».

Nessun dubbio sulla gravità dei fatti: che si tratti di immagini manipolate, non reali, non rende meno tali atti. «Non credo. L’immagine postata non è reale. La violazione dell’intimità, però, lo è»., dichiara la conduttrice.

La polizia municipale - Foto Instagram - Emmepress.com
La polizia municipale – Foto Instagram – Emmepress.com

Lorena Bianchetti: denuncio tutto

«Mi è capitato di essere vittima di odio, come chiunque abbia un profilo pubblico. Niente di specificamente legato al sessismo. E comunque anche in quel caso ho denunciato, segnalando alle piattaforme», ha aggiunto, chiarendo poi come crede che sia adeguato reagire, dal suo punto di vista, a una situazione del genere.

«Con la formazione, con l’educazione al rispetto e al consenso. Una responsabilità che grava su noi tutti: uomini, donne, genitori, insegnanti, comunicatori. Dobbiamo unirci tutti di fronte a quella che è una emergenza sociale».