Ultim’ora – ADDIO PRIVACY IN ITALIA: abolito il diritto alla riservatezza I L’intimità degli italiani è violata: ti spiano e ti filmano dentro casa: ti ritrovi online, vedono tutto quel che fai
guardoni, spie, voyeur, privacy - pexels- emmepress
Ultim’ora terribile, ma purtroppo vera: diciamo addio alla privacy in Italia: è abolito il diritto alla riservatezza e ora l’intimità degli italiani è violata. Un dramma: ti spiano e ti filmano dentro casa, ti ritrovi online, vedono tutto quel che fai.
E non ti puoi difendere. Eppure, ogni giorno siamo chiamati a combattere per la tutela di un diritto fondamentale: la nostra privacy, la nostra sfera privata.
Viviamo in un’epoca in cui le informazioni personali hanno un valore enorme, e in cui ogni azione compiuta online – un acquisto, una ricerca, un semplice “mi piace” – può essere tracciata, analizzata e utilizzata.
La tutela della riservatezza, che dovrebbe essere garantita in modo assoluto, è spesso messa in discussione da interessi economici, tecnologici e persino politici.
In Italia, il diritto alla privacy è riconosciuto come inviolabile dalla Costituzione e dalle leggi che ne disciplinano la protezione, ma la realtà quotidiana mostra quanto sia fragile e vulnerabile. Eppure?
Cosa rischiamo ogni giorno: e ora andrà anche peggio
Ogni volta che accediamo a un sito, utilizziamo un’applicazione o condividiamo un contenuto sui social, lasciamo una traccia digitale. Queste informazioni, spesso senza il nostro pieno consenso o consapevolezza, vengono raccolte e utilizzate da aziende, piattaforme e talvolta anche da soggetti malintenzionati.
L’invasione della sfera privata non avviene sempre con violenza o evidenza: si insinua silenziosamente, attraverso algoritmi che ci osservano, pubblicità mirate che ci seguono ovunque e sistemi di sorveglianza sempre più diffusi. La nostra libertà individuale, in questo modo, rischia di essere ridotta a un’illusione.

Spioni e guardoni, ora la nostra vita è tutta online a nostra insaputa
Ci sono, tuttavia, situazioni in cui la privacy può essere limitata per motivi di sicurezza pubblica o interesse collettivo. Pensiamo, ad esempio, alle indagini giudiziarie, al controllo contro il terrorismo o alla prevenzione di gravi reati informatici: in questi casi lo Stato può intervenire, bilanciando il diritto alla riservatezza con la tutela della comunità.
Tuttavia, è proprio in questi contesti che si manifesta la delicatezza del problema. Quando una misura di sicurezza si trasforma in sorveglianza costante o in abuso di potere, il diritto individuale si deprime e perde la sua forza originaria. Ben diversa è la realtà che un recente report, analizzato – tra gli altri – anche dal Corriere della Sera, porta a galla: la presenza di circa 70 mila telecamere che, nel nostro territorio, riprenderebbero la nostra vita, la nostra casa, le nostre sfere più intime e riservate. Immagini che poi sarebbero facilmente reperibili, e fruibili on line.
