“Alt, polizia! Si rende conto di cosa ha combinato?”: AMMETTILO, TI FA EVITARE LA MULTA I Annulli il provvedimento con due parole
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“Alt, polizia! Si rende conto di cosa ha combinato?”: ma la tua risposta li spiazza e, incredibile ma vero, ti fa evitare la multa. Te la fa ‘scampare’. Esatto: gli agenti ci ripensano e annullano il provvedimento.
Riesci a farla franca con due parole. Ed è tutto vero. Te la cavi con una risposta che fa leva su un concetto unico, universale, forse il più importante di tutti. Quale?
Lo spieghiamo, ma con una precisione prima. Doverosa. Quando al posto di blocco la pattuglia ti fa cenno di fermarti, e ovviamente obbedisci, scatta subito una sensazione quasi universale: un misto di preoccupazione, tensione e paura.
Anche se sei convinto di essere perfettamente in regola, ti attraversa sempre un dubbio: “Che cosa avrò fatto?” È una reazione istintiva, quasi automatica.
In fondo, non si sa mai quale regola possa esserti sfuggita, quale piccolo dettaglio possa essere diventato motivo di contestazione.
Addio multa, bastano due parole
Ma la preoccupazione più grande, inutile negarlo, è sempre la stessa: la multa. A quel punto la mente corre veloce: come fare per evitarla? C’è chi cerca di giustificarsi, chi prova a minimizzare, chi spera nella comprensione dell’agente. Ma pochi sanno che, spesso, esiste una strategia semplice e perfettamente legale per affrontare la situazione: quella della sincerità.
Può sembrare controintuitivo, ma ammettere apertamente le proprie responsabilità — quando si è davvero in torto — è spesso la via più efficace per disinnescare la tensione. Gli agenti, nella maggior parte dei casi, apprezzano l’onestà e la collaborazione. Il loro compito non è “punire” a ogni costo, ma garantire il rispetto delle regole e la sicurezza di tutti. Mostrarsi sinceri, rispettosi e trasparenti li mette nella condizione di riconoscere in te non un trasgressore, ma una persona consapevole del proprio errore.

Ecco come fai a annullare il provvedimento
Se ti fermano per un motivo preciso — ad esempio un leggero eccesso di velocità o una dimenticanza momentanea — la regola d’oro è proprio quella della franchezza: “Sì, ha ragione agente, me ne sono accorto, è stata una distrazione. Non ho scuse.” Questa frase, detta con tono pacato e sincero, vale più di mille scuse fantasiose o di atteggiamenti difensivi. Non è una giustificazione, ma un’ammissione di responsabilità che, paradossalmente, può trasformarsi in un punto a tuo favore.
In quel momento, il potere dell’agente — quello di sanzionarti — cambia forma. Diventa il potere di valutare la tua condotta, di riconoscere la tua sincerità e, se la situazione lo consente, anche di chiudere un occhio. Non sempre accade, certo, ma è molto più probabile che tu venga trattato con comprensione se dimostri rispetto e collaborazione, invece di arroganza o paura. Alla fine, la verità è semplice: la sincerità disarma. Toglie ogni tensione e restituisce umanità a un incontro che, di solito, nasce come conflittuale. E in un mondo dove tutti cercano scuse, dire “sì, ho sbagliato” resta il gesto più coraggioso e, spesso, anche il più efficace.
