Il Natale Vaticano e la Controversa Abbattimento di un Albero Secolare

Il Natale Vaticano e la Controversa Abbattimento di un Albero Secolare

In un’epoca contraddittoria, l’umanità sembra portata a manipolare e distruggere tutto ciò che incontra, un comportamento paradossale che contrasta con la leggenda del Re Mida. Ci comportiamo come se il pianeta ci fosse debitore, dimenticandoci che siamo solo una minuscola parte di un ecosistema immenso. L’avvicinarsi del Natale, festa spesso anticipata e snaturata dal consumismo, dovrebbe invece ricordarci la necessità di generosità e altruismo. Pur nutrendo spesso nobili propositi di rinnovamento personale, la cura per il nostro pianeta sembra latitare. Basterebbe ripartire da piccoli gesti per ottenere grandi cambiamenti. Sono contrario all’inquinamento indiscriminato, alla distruzione delle foreste e all’abbattimento degli alberi per soddisfare desideri effimeri, azioni che danneggiano il nostro pianeta per secoli. In un mondo che necessita di riciclo e protezione delle specie, la decisione del Vaticano, istituzione che promuove amore e benevolenza, di utilizzare un albero ottantenne proveniente dal Pordenonese, pochi giorni dopo una devastante tempesta che ha distrutto migliaia di alberi, appare quantomeno discutibile. La giustificazione, la creazione di giocattoli dal tronco, suona come una debole scusa. Invece di abbattere alberi, sarebbe più opportuno investire nella pulizia dei mari e dei fondali, riciclando la plastica per realizzare giocattoli e decorazioni. Un’alternativa elegante sarebbe la commissione di un’opera d’arte scultorea, magari affidandola ad un artista emergente. Perché insistere sull’abbattimento di alberi vitali per il nostro ecosistema e il nostro paesaggio? Il motto di Greenpeace, “La Terra non è Usa&Getta”, dovrebbe essere un monito costante. Dobbiamo restituire qualcosa al pianeta, prima che sia troppo tardi. Il degrado ambientale avanza inesorabilmente, trasformando i paesaggi naturali in centri urbani. Dobbiamo cambiare il nostro modo di pensare e di agire, abbandonando quella mentalità superficiale e dannosa che ci caratterizza. Come diceva Cecco Angiolieri, se avessi il potere, cambierei radicalmente le cose, e se fossi un albero, mi rifiuterei di fornire ossigeno a chi distrugge l’ambiente.