“Non ci credo”: l’INPS può trattenere fino a 290 euro al mese dalla pensione | Ecco da quando accadrà

Due pensionati su una panchina - Foto Pixabay - Emmepresse.com

Due pensionati su una panchina - Foto Pixabay - Emmepresse.com

I pensionati tremano, le trattenute possono avvicinarsi ai 300 euro al mese, allarme per i risparmi degli italiani

Il sistema pensionistico italiano cerca di sopravvivere, nonostante l’aumento di percettori e il calo degli occupati. In un periodo storico complicato per l’economia e per il potere d’acquisto delle famiglie, l’entrata sicura di una pensione può fare tirare un sospiro di sollievo a molti nuclei che fanno affidamento su quella somma per fare carico alle spese essenziali.

Possono capitare dei casi in cui l’ente previdenziale debba recuperare un credito e degli aggiornamenti normativi varati di recenti consentono all’INPS di potere agire in modo rapido e incisivo.

Il giudice competente chiede un titolo esecutivo e da quel momento il pensionato deve adiempiere entro dieci giorni al pagamento del debito. Qualora questa cifra non sia versata, il creditore può attuare un pignoramento, con l’INPS che può prelevare la cifra stabilita dalla pensione.

Per tutelare il pensionato è stato stabilito che sussiste un minimo non pignorabile, pari a 1000 euro al mese, con la somma eccedente che potrà essere prelevata, con la trattenuta che non può superare un quinto dell’importo pignorabile.

Le trattenute sono eccessive, scoppia la protesta, così non si può andare avanti

Nel caso di una trattenuta diretta da parte dell’ente previdenziale, la quota può raggiungere i 290 al mese sulla base di un calcolo relativo a una pensione media di 1450 euro.

Nonostante alcune perplessità di natura costituzionale e il rischio che tale misura comprometta la condizione economica del pensionato in questione, tale modalità è stata ritenuta legittima dalla giurisprudenza del nostro Paese.

Un paio di banconote - Foto Pixabay - Emmepresse.com
Un paio di banconote – Foto Pixabay – Emmepresse.com

Arrivare alla fine del mese diventa un miraggio, i pensionati sono sul piede di guerra

Le associazioni di tutela dei pensionati si sono mosse invocando una riforma del sistema di recupero crediti che possa garantire una maggiore uniformità nelle regole, andando a tutelare la dignità del debitore.

Con l’aumento dei costi della vita e la difficoltà crescente nel sostenere le spese correnti, dalle bollette alle tasse alla spesa, non è facile gestire il denaro a disposizione. Ancora di più qualora una sua parte fosse trattenuta e tolta ogni mese sino al pagamento di quanto dovuto. Un problema in più per chi cerca di godersi l’ultima parte della propria vita con un introito fisso che è frutto di quanto ha prodotto nel corso del proprio percorso professionale.