Tom Ford in crisi? LIDL sfida il lusso con occhiali pazzeschi a 2€ | C’è una fila alle cassa che è da brividi

Lidl - emmepress

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Negli ultimi giorni ha fatto molto parlare l’annuncio di Lidl, che nei suoi punti vendita ha allestito uno stand dove propone occhiali da sole a soli due euro.

L’iniziativa, riportata da PiemonteTopNews, ha subito attirato l’attenzione non solo dei consumatori, ma anche degli osservatori del mercato, perché rappresenta un esempio lampante di come un marchio discount possa mettere in discussione il valore percepito di prodotti storicamente associati al lusso e alla moda, come i Ray-Ban e altri brand celebri.

Gli occhiali in questione non portano nomi altisonanti, ma fanno capo al marchio interno PARKSIDE, solitamente legato al mondo del fai-da-te e del tempo libero. La scelta di proporli a un prezzo così basso ha una forza comunicativa enorme: più che sullo stile o sul design, l’offerta punta sulla praticità e sull’accessibilità, trasmettendo l’idea che un oggetto come gli occhiali da sole possa essere alla portata di tutti, senza dover spendere cifre importanti. Con due euro ci si porta a casa un accessorio pronto all’uso, e l’effetto sorpresa di un simile prezzo diventa quasi un elemento di marketing in sé.

Per capire le possibili conseguenze di questa mossa, bisogna guardare a come i consumatori percepiscono il valore degli occhiali. Se fino a ieri spendere 80 o 100 euro per un paio di Ray-Ban era considerato un investimento ragionevole, oggi molti potrebbero iniziare a chiedersi se davvero valga la pena spendere tanto, quando con pochi spiccioli si ottiene comunque un prodotto funzionale.

È chiaro che la qualità e la durabilità non saranno le stesse, ma il messaggio lanciato da Lidl è potente: il prezzo non è più un ostacolo. Questo rischia di comprimere il prezzo medio del mercato e di spingere i marchi premium a giustificare in modo più convincente i loro margini.

I brand di lusso come stile di vita

Naturalmente Ray-Ban e simili non giocano la stessa partita. I brand di lusso si fondano su elementi che vanno oltre l’utilità: materiali selezionati,certificazioni di protezione, design iconico, storia e immaginario legato al marchio. Per molti consumatori, acquistare un Ray-Ban non significa solo proteggersi dal sole, ma anche affermare uno stile di vita, un’identità. Tuttavia, l’offerta di Lidl rischia di erodere quella fascia di clientela che non cerca status o esclusività, ma semplicemente un oggetto pratico da indossare d’estate o da cambiare spesso a seconda delle occasioni. In questo senso, il discount non punta a sostituire i grandi marchi, ma a catturare una parte del mercato che forse fino a oggi non veniva considerata centrale.

Un’altra conseguenza importante riguarda la percezione psicologica del valore. Quando il consumatore si abitua a trovare occhiali a 2 euro, ogni altro prezzo appare automaticamente sproporzionato. In questo modo la soglia di ciò che si considera “normale” si abbassa, e per i marchi storici diventa più difficile mantenere la propria immagine di indispensabili. Da qui nasce la necessità di rafforzare il racconto legato al prodotto, di spiegare perché un occhiale firmato offre di più rispetto a un modello economico, e non soltanto sul piano estetico.

Occhiali da sole
Occhiali da sole – pexels – emmepress

Non sempre prezzo basso = qualità

È però altrettanto vero che non tutto il mercato può essere conquistato dal prezzo basso. Esistono segmenti che richiedono caratteristiche specifiche, come gli occhiali sportivi con lenti polarizzate, i modelli fashion che seguono le tendenze, o i prodotti professionali con garanzie di lunga durata. In queste nicchie, i brand di lusso e medio-alta gamma continueranno ad avere spazio, perché il consumatore cercherà qualcosa che un occhiale “da scaffale” non potrà mai offrire.

In definitiva, la mossa di Lidl non significa la rovina dei grandi marchi, ma rappresenta un segnale forte: il mercato sta cambiando e il consumatore è sempre più attento al rapporto qualità-prezzo. La sfida per Ray-Ban e gli altri non sarà quella di abbassare i prezzi a livelli da discount, ma di dimostrare che dietro ogni modello c’è un valore reale che giustifica la spesa. Lidl ha colpito con un’offerta shock, ma la partita si giocherà sulla capacità dei brand di mantenere vivo il desiderio attorno ai loro prodotti, al di là del semplice costo.