ULTIM’ORA – Cancellata dall’Italia: una città sparisce, il dramma di migliaia di famiglie | Il sindaco è a spasso

Cartina Europa - pexels - emmepress
Il 15 settembre 2025, il sito Energycue ha riportato una notizia che ha suscitato grande emozione e riflessione: una città italiana è stata “cancellata dalle mappe”.
Questa espressione, forte e immediata, non va intesa letteralmente, come se un tratto di territorio fosse sparito fisicamente, ma piuttosto come un segno simbolico della perdita di identità e memoria collettiva di una comunità. Nel corso della storia, molti luoghi hanno subito trasformazioni simili, in seguito a guerre, trattati internazionali o mutamenti politici, e la scomparsa di un nome dalle mappe diventa allora un modo per indicare che la città non è più riconosciuta nella stessa forma e con la stessa identità di un tempo.
Un esempio storico emblematico è quello di Pola, oggi conosciuta come Pula, situata in Istria. Dopo la Seconda Guerra Mondiale e in seguito al trattato di pace del 1947, Pola cessò di essere italiana e passò sotto il controllo della Jugoslavia. Questo cambiamento portò a un massiccio esodo degli italiani che vi abitavano, mentre nuove popolazioni slave si insediarono nella città.
Col tempo, il nome Pola scomparve dalle mappe e fu sostituito da Pula, e con esso si attenuò progressivamente l’identità italiana della città. Questi eventi mostrano chiaramente come i confini geografici siano strettamente legati alla memoria storica e culturale, e come la perdita di un nome possa segnare una vera e propria trasformazione dell’identità di una comunità.
Il valore della memoria storica della città italiana
La “cancellazione” simbolica di una città dalle mappe può quindi essere vista come una metafora delle profonde trasformazioni sociali e culturali che i luoghi subiscono nel corso del tempo. Non si tratta solo di un cambiamento geografico o cartografico, ma di un processo che riflette le dinamiche storiche, politiche e sociali che plasmano l’identità dei territori. Quando una città perde il proprio nome originale o la propria rappresentazione sulle mappe ufficiali, spesso si assiste anche a un cambiamento nella memoria collettiva dei cittadini, un lento processo in cui le generazioni successive percepiscono il luogo in modo diverso, a volte dimenticando completamente le radici storiche precedenti.
Questa notizia invita anche a riflettere sul valore della memoria storica e sull’importanza di conservare la conoscenza dei luoghi, delle loro tradizioni e della loro identità culturale. Le città non sono solo spazi fisici, ma contenitori di storie, esperienze e ricordi di chi le abita. Quando un nome scompare dalle mappe, c’è il rischio che anche queste storie vengano gradualmente dimenticate, se non adeguatamente raccontate e tramandate. Conservare la memoria, dunque, diventa un atto di responsabilità nei confronti delle generazioni future.
Non solo un aggiornamento cartografico
La notizia della “cancellazione” di una città italiana dalle mappe non rappresenta semplicemente un aggiornamento cartografico. Si tratta di un richiamo alla fragilità dell’identità dei luoghi e alla necessità di tutelare la memoria collettiva. Comprendere come e perché certe trasformazioni avvengono è fondamentale per preservare non solo la storia fisica dei territori, ma anche la ricchezza culturale e sociale che essi rappresentano.
Il caso riportato da Energycue diventa così un’occasione per riflettere sul legame tra spazio, storia e identità, ricordando che ogni città, anche quando cambia nome o confine, porta con sé una storia che merita di essere conosciuta e ricordata.