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assegno di inclusione - emmepress

E’ tornato al centro del dibattito pubblico un tema sempre sentito: l’Assegno di Inclusione e il suo possibile adeguamento per il 2026.

Secondo quanto riportato da Brocardi Notizie Giuridiche, l’aumento potrebbe arrivare, ma subordinato a condizioni ben precise. L’Assegno di Inclusione è una misura di sostegno economico introdotta per contrastare la povertà, destinata a nuclei familiari che rispettino determinati requisiti di reddito, patrimonio e composizione familiare. L’idea è di offrire un supporto che contribuisca alla copertura dei bisogni essenziali, ma insieme stimoli l’inclusione sociale e lavorativa. In vista del 2026, si parla di un aumento del valore dell’assegno, che potrebbe rendere più incisiva questa misura di sostegno.

Tuttavia, l’aumento non sarebbe automatico per tutti: uno degli elementi centrali della proposta è che il beneficio sia riconosciuto solo a chi rispetta certi criteri, in primis quello del reddito ISEE. In pratica, chi ha un ISEE al di sotto di una certa soglia — che verrà fissata nel testo definitivo — sarà idoneo ad accedere al valore più elevato dell’assegno. Chi supera quel limite, invece, rimarrà con l’importo attuale o in una fascia intermedia.

Questa condizione – che molti definiscono “condizionale” – ha lo scopo di orientare le risorse verso chi ne ha più bisogno, evitando che il sostegno venga diluito tra molte famiglie, alcune delle quali potrebbero avere redditi più alti. È una scelta che risponde a una logica di targeting, tipica delle politiche sociali moderne. Il rischio, però, è che la soglia ISEE diventi un nuovo muro: chi sta appena sopra il limite potrebbe sentirsi penalizzato pur vivendo in situazioni fragili.

Si parla della compatibilità con altre misure

Un altro aspetto cruciale riguarda la compatibilità dell’Assegno di Inclusione con altre misure di sostegno: reddito di cittadinanza, bonus vari, integrazioni sociali locali. È probabile che il legislatore dovrà fissare regole chiare per evitare “cumuli eccessivi” o situazioni in cui il sostegno pubblico si accavalli in modo non sostenibile per le casse dello Stato.

Dal punto di vista pratico, per chi beneficia dell’assegno sarà fondamentale mantenere l’ISEE aggiornato e corretto, compilare la DSU in modo preciso e verificare che il nucleo familiare e i redditi/patrimoni dichiarati siano validi alla data di riferimento. Un calcolo ISEE impreciso o obsoleto potrebbe compromettere l’accesso al bonus aumentato.

ISEE
ISEE – pexels – emmepress

Una misura più mirata ma con risvolti della medaglia

In prospettiva, se l’aumento verrà confermato con il meccanismo condizionale, potremmo assistere a un Assegno di Inclusione più mirato, che diventa uno strumento non solo di sostegno ma anche di politica attiva, spingendo chi può avvicinarsi al lavoro o a una maggiore autonomia economica. D’altra parte, per chi rimane fuori dalle condizioni previste, il rischio è che il sostegno “tradizionale” perda parte del suo potere d’impatto.

La prospettiva di un aumento dell’Assegno di Inclusione nel 2026 è una notizia positiva, perché implica che le istituzioni stanno riflettendo su come migliorare il sostegno ai cittadini in difficoltà. Tuttavia, l’efficacia di questo adeguamento dipenderà fortemente dalle modalità con cui sarà costruito — soglie ISEE, criteri di accesso, compatibilità con altri benefici. Sarà importante seguire da vicino i lavori parlamentari, i testi ufficiali e le circolari attuative dell’INPS per capire chi davvero potrà beneficiare dell’aumento.