Ultim’ora – Riforma storica delle PENSIONI | 850 € extra ogni mese, questo l’unico requisito da mostrare
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Nel panorama delle pensioni per i prossimi anni, una delle più attese è il cosiddetto “bonus anziani 2026”. Si tratta di un’agevolazione economica destinata alle persone con più di ottant’anni che percepiscono già l’indennità di accompagnamento.
La misura, secondo le anticipazioni, punta a essere più semplice da ottenere e più equa rispetto a molte agevolazioni precedenti, grazie a una modifica sostanziale: la prima casa non sarà più conteggiata nel calcolo dell’ISEE. Questa novità, apparentemente tecnica, potrebbe fare una grande differenza per migliaia di anziani che, pur possedendo un’abitazione, vivono con redditi molto bassi.
Il bonus, stando alle informazioni circolate, dovrebbe ammontare a circa 850 euro al mese, una cifra che rappresenterebbe un aiuto concreto per le persone che faticano a sostenere le spese quotidiane o i costi legati alla salute e all’assistenza. Non si tratta solo di un contributo economico, ma di un segnale politico e sociale: il riconoscimento della vulnerabilità economica di chi, pur avendo lavorato tutta la vita, oggi si trova a fronteggiare spese elevate per cure, farmaci o badanti.
Uno degli aspetti più importanti della misura è l’attenzione ai criteri di accesso. Il bonus sarebbe riservato a chi ha un ISEE “socio-sanitario” inferiore a una soglia che, secondo le prime stime, si aggirerebbe intorno ai 6.000 euro. Questo valore, apparentemente basso, diventerebbe però più realistico proprio grazie all’esclusione della prima casa dal calcolo del patrimonio. Finora, infatti, il possesso di un’abitazione di proprietà – anche modesta e magari frutto di una vita di sacrifici – bastava a far salire l’ISEE oltre la soglia prevista per molti bonus, escludendo così numerosi anziani bisognosi.
Con la riforma prevista, la prima casa verrebbe finalmente considerata per quello che è: un bene primario, non un indice di ricchezza. Molti over 80 vivono in case di proprietà, spesso ereditate o acquistate decenni fa, ma con pensioni modeste che non permettono di affrontare le spese della quotidianità. Eliminare l’abitazione principale dal conteggio significa quindi rendere il bonus più inclusivo e aderente alla realtà.
Erogazione automatica o nuova domanda?
Resta da capire se il bonus sarà erogato in automatico, per chi possiede già i requisiti, o se sarà necessario presentare una domanda specifica all’INPS o al Comune di residenza. Su questo punto non ci sono ancora certezze, così come non esiste ancora un testo normativo ufficiale: al momento si tratta di anticipazioni e ipotesi che dovranno trovare conferma in un provvedimento legislativo.
Un altro tema aperto riguarda la sostenibilità finanziaria. Un’erogazione mensile di 850 euro a una platea potenzialmente vasta richiederà risorse consistenti e controlli accurati, per evitare abusi e garantire che i fondi vadano effettivamente a chi ne ha diritto. Anche l’equità territoriale sarà una sfida: l’Italia presenta spesso differenze significative tra regioni e comuni nella gestione dei sussidi sociali, e sarà importante assicurare che il bonus anziani venga applicato in modo uniforme su tutto il territorio nazionale.

Un sistema di welfare più umano per i bonus
Il bonus anziani 2026, se confermato nei termini prospettati, rappresenterebbe un passo importante verso un sistema di welfare più attento e umano. Con l’importo mensile previsto e l’esclusione della prima casa dal calcolo ISEE, la misura avrebbe il potenziale per migliorare concretamente la qualità della vita di molte persone anziane.
Tuttavia, prima di poterlo considerare una certezza, sarà necessario attendere la pubblicazione del testo ufficiale e le indicazioni operative che ne definiranno l’applicazione concreta.
