Nuova TASSA Poste Italiane: ecco come ti scalano i soldi direttamente dal conto | Avverrà tutto in automatico

Postepay Evolution - emmepress
Poste Italiane avrebbe introdotto una nuova tassa che colpirebbe tutti i clienti, con soldi scalati direttamente dal conto.
La voce ha destato parecchia preoccupazione, perché secondo l’articolo la misura riguarderebbe addirittura lo SPID, l’identità digitale che milioni di italiani utilizzano ogni giorno per accedere ai servizi pubblici e privati. Si parla di un possibile canone di circa cinque euro l’anno, una cifra modesta ma che, se applicata a tutti gli utenti, avrebbe un impatto enorme.
A una prima lettura, la notizia sembra credibile, anche perché Poste Italiane è oggi il principale gestore di identità digitali in Italia, con circa il 70% degli SPID attivi. Tuttavia, guardando più da vicino, emergono diversi elementi che fanno pensare che la questione sia più complessa di quanto sembri. Infatti, al momento non esiste alcuna comunicazione ufficiale di Poste o dell’Agenzia per l’Italia Digitale (AgID) che confermi l’introduzione di un costo per il mantenimento dello SPID. È quindi possibile che l’articolo abbia interpretato in modo allarmistico alcune modifiche già previste per i conti correnti BancoPosta.
Proprio a partire da giugno 2025, infatti, Poste Italiane ha aggiornato il canone annuo di alcuni conti BancoPosta, che oggi ammonta a circa 89 euro l’anno, comprensivi di vari servizi e dell’imposta di bollo. Per alcuni clienti, come i giovani o chi ha una giacenza inferiore ai 5.000 euro, sono previste agevolazioni o esenzioni. In questo contesto, è facile che la notizia di una “nuova tassa” sia nata da un fraintendimento, confondendo l’aumento dei costi di gestione del conto con un’imposta aggiuntiva legata allo SPID.
Leggere sempre le comunicazioni ufficiali
È anche vero, però, che nel prossimo futuro potrebbero arrivare cambiamenti nella gestione dell’identità digitale. Il sistema SPID, infatti, è in fase di revisione: il governo e l’Unione Europea stanno lavorando per unificare l’accesso ai servizi online attraverso un nuovo “portafoglio digitale europeo”. Se questo progetto dovesse concretizzarsi, gli attuali gestori SPID – tra cui Poste – potrebbero rivedere i propri contratti o introdurre tariffe per la manutenzione del servizio.
In altre parole, una forma di canone non è impossibile, ma al momento non è stata annunciata ufficialmente. Ciò che resta certo è che Poste Italiane, come qualsiasi grande azienda, può modificare le condizioni economiche dei propri servizi, purché informi in modo chiaro i clienti e dia loro la possibilità di recedere senza penali. Per questo, chi ha un conto BancoPosta o utilizza SPID con Poste farebbe bene a tenere d’occhio le comunicazioni ufficiali, le e-mail informative e le sezioni “Trasparenza” sul sito dell’azienda.
Una tassa che ancora non esiste
La “nuova tassa” di cui si parla non esiste, almeno per ora. Si tratta di una notizia che, pur partendo da un contesto reale – l’aumento dei costi di alcuni servizi bancari – è stata probabilmente ingigantita.
Prima di allarmarsi, è sempre importante verificare le fonti e distinguere tra le voci diffuse sul web e ciò che viene realmente confermato dalle istituzioni.