Marco Biondi: Un’icona della radio italiana si rilancia con una nuova sfida

Ricordo l’infanzia, immerso nella mia cameretta, a navigare tra le onde radio, alla ricerca dei miei programmi preferiti. Marco Biondi è stato un pioniere della radio italiana, contribuendo a renderla popolare e di grande impatto. Oggi, dopo quattro decadi di carriera, costellata da interviste a leggende come David Bowie, George Michael, Bruce Springsteen e Robert Smith, torna sulla scena musicale con un progetto innovativo. Si chiama “Pop News TV”, un programma in brevi puntate visibile su trenta canali televisivi del digitale terrestre e online. La radio è cambiata, ma Biondi, dopo quarant’anni, rimane un punto di riferimento. Mi aspetto di rivederlo presto alla guida di una stazione radiofonica, circondato da una squadra di professionisti altrettanto validi. Complimenti per “Pop News TV”! Credo che i giovani siano ancora interessati alla musica, ma spesso non sanno dove trovare informazioni affidabili. In un’epoca di sovrabbondanza informativa, spesso contraddittoria, la sfida è saper distinguere le fonti credibili da quelle inaffidabili. “Pop News TV” si propone come un’oasi di informazione musicale accurata, senza presunzione né arroganza. La mia osservazione sul post riguardo all’arrivo di Antonello Piroso a Virgin Radio, con il commento “non la riconosco più”, non era una critica nei suoi confronti, ma semplicemente una riflessione sulla trasformazione della radio che ha segnato la mia carriera. Virgin Radio è cambiata e io, sinceramente, non la ascolto più. Non metto in dubbio che la nuova conduzione possa ottenere grandi ascolti; anzi, glielo auguro. Semplicemente, la mia Virgin Radio era diversa, focalizzata sulla musica e su contenuti di qualità, con interventi mirati di esperti del settore. Il futuro della radio? Durerà ancora, ma il cambiamento è in atto. L’Italia è un paese con una lenta propensione all’innovazione, ma il futuro si prospetta digitale, al di là della FM, con la radio fruibile tramite app. L’ascolto radiofonico in Italia è spesso legato all’abitudine; quando la scelta diventerà più capillare e diffusa, ci saranno inevitabili ripercussioni sugli ascolti. La scelta di puntare su web star senza adeguata preparazione radiofonica riflette, a mio parere, un approccio un po’ anacronistico alla gestione dei media. Web, radio e televisione sono mezzi diversi che, se integrati opportunamente, possono essere complementari, ma non intercambiabili. Se dovessi dirigere un network radiofonico, la mia priorità sarebbe quella di creare un ambiente sereno e collaborativo, evitando cambiamenti repentini e destabilizzanti. Ho una squadra di professionisti pronta ad affrontare nuove sfide, ma i nomi li tengo per me. In trenta secondi, convincerei qualcuno a guardare “Pop News TV” sottolineando la sua brevità, chiarezza e accessibilità tramite vari canali televisivi, online e sul cellulare. La radio italiana soffre di una preoccupante carenza di contenuti e preparazione da parte di alcuni speaker, spesso dovuta alle pressioni degli editori. Tra i grandi nomi del panorama radiofonico, nutro un profondo rispetto per personaggi come Cecchetto, Linus, Hazan, Alessandro Milan e Enrico Ruggeri. L’evoluzione di Radio 105 con l’arrivo di Mediaset è evidente: l’inserimento di personaggi televisivi ha portato a un cambiamento che, per quanto non del tutto negativo, mi lascia un po’ malinconico. Non ho mai avuto problemi significativi con gli artisti che ho intervistato, al massimo qualche difficoltà con i personaggi meno esperti o eccessivamente sicuri di sé. Se mi si presentasse l’occasione, sarei interessato a condurre un programma radiofonico che fosse in linea con le mie competenze e la mia visione artistica. Da giovane, la frase “E poi cosa fai?” in risposta al mio dire di essere un DJ mi irritava profondamente, ma oggi sorrido pensando a come queste stesse persone si mostrino amichevoli e cordiali. Non nutro rancore per nessuno, ma ammetto di essere rimasto deluso dalla scomparsa di quasi tutte le persone con cui ho lavorato negli ultimi dieci anni. Ma forse è stata una mia sopravvalutazione. Ecco il mio saluto personale. Amerigo Provenzano: un DJ con oltre quindici anni di esperienza!