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Ad una settimana dall’inizio de – Il Grande Fratello VIP – si necessita di burattinai, preparati!

Dalla tradizione dei Burattini di strada, all’improvvisazione di quelli della TV.
Ad una settimana dall’inizio de “Il Grande Fratello VIP” si necessita di burattinai, preparati!

Ancora prima della tv e della radio esisteva il teatro di strada, che raccontava e tramandava la storia di molte persone e cose, i costumi delle epoche precedenti ma anche quelli più attuali. Una bella e sana abitudine che la modernità ha cancellato. Un teatro con attori veri, in persona, oppure con marionette. E così si insegnava ai bambini ciò che tradizionalmente si pensava fosse positivo e ciò che fosse riprovevole.

Oggi per fortuna (ma non proprio sempre è una fortuna…) esiste la tv, che ci propone programmi come il Grande Fratello Vip.

Per lavoro, osservo tutto ciò che la società propone, ivi compresi i programmi televisivi più seguiti, e cerco di capire meglio cosa stia accadendo a livello antropologico. Così, la mia attenzione cade anche su alcuni casi umani che la scienza dovrebbe studiare, proprio per meglio capire cosa il pubblico vuole e con cosa si identifica.

Non commento ora il format e perché funziona, ma ne parlerò più avanti.

Desidero però riflettere su alcune nuove figure definite VIP. Al di là che io le conosca o meno, perché non frequento l’ambiente, mi chiedo se essere veramente importanti sia un fatto gratificante oppure una condanna.

Nell’ascoltare una concorrente che vorrebbe diventare una presentatrice di talent e non di reality, ho avuto occasione di chiedermi, ancora una volta, come la mente umana ragiona. In questo caso preciso, sembra che esistano solo queste due tipologie di presentatore, rispetto ad un mestiere così importante, difficile e certamente di più ampio respiro. Eppure, questa signora afferma che in questo modo lei stessa avrebbe l’occasione di stare insieme ai concorrenti (anche se non li ha definiti tali), i quali le farebbero vivere a loro volta momenti di commozione, risate, momenti difficili e più artistici.

Ecco, questa visione mi ha profondamente intenerito, facendomi pensare che questa persona forse nella sua vita non ha mai avuto la fortuna di conoscere un down, un diversamente abile, qualche carcerato, oppure qualche abusato sessualmente da piccolo. Ripeto, una triste dolcezza deve essere alla base dei suoi pensieri, se non fosse che il suo ruolo in questa scatola così importante è quello di raccontare aspetti del nostro comune costume.

Dal punto di vista sociologico e antropologico, mi fa capire quanto la tv offra alla nuova generazione di bla bla car, passaggi a costo zero e con un semplice click. Vorrei tanto invitare questi nuovi VIP a prendere un passaggio diretto a scuola (non quella della Fedeli ovviamente…), per iniziare a studiare. Queste giovani marionette, apparentemente così vuote, hanno pur sempre il compito di raccontare ai nostri giovani quale sia la realtà e il nostro costume. Se non se la vogliono prendere loro questa responsabilità, che lo facciano almeno i loro burattinai. Pochi posti e mal distribuiti, come nel mondo del lavoro così in tv, nulla cambia: più vuoti sono e più spazio occupano.

Avanti i prossimi.

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