Il Signor Jourdain e la sua moderna aspirazione alla nobiltà a Milano

Nel novembre 2017, il Teatro Carcano di Milano ha ospitato una rappresentazione del capolavoro di Molière, “Il borghese gentiluomo”, opera scritta nel 1670 ma sorprendentemente attuale. La commedia, magistralmente interpretata da Emilio Solfrizzi, narra le vicende del ricco signor Jourdain, un uomo ossessionato dall’ascesa sociale e dall’imitazione dell’aristocrazia. La sua considerevole ricchezza diventa lo strumento per un’ambiziosa, seppur ridicola, scalata sociale. Jourdain, nel suo vano tentativo di emulare l’alta società, diventa oggetto di scherno da parte della sua famiglia, dei servi e persino di un conte decaduto che sfrutta la sua ingenuità per ottenere prestiti. La regia di Armando Pugliese mette in luce la straordinaria attualità del testo, evidenziando il parallelismo con i “wannabe” contemporanei che ambiscono a un’illusoria fama mediatica, inseguendo un’immagine superficiale e costruita sui social network. Questi personaggi, come Jourdain, credono che il denaro sia sufficiente per conquistare una posizione elevata, in un’ossessione per l’apparenza che supera la sostanza. L’interpretazione di Solfrizzi, con l’uso sporadico del dialetto e un marcato accento meridionale, crea una netta distinzione tra il protagonista e gli altri personaggi, enfatizzando la sua goffaggine e rendendo le sue azioni ancora più grottesche. Secondo il regista Pugliese, Jourdain rappresenta un archetipo letterario: l’esempio perfetto del nuovo ricco, dell’ambizioso che cerca di acquistare con denaro ciò che non potrà mai ottenere con i meriti. La commedia racchiude in sé tutti gli elementi distintivi del teatro molieriano e della cultura del suo tempo, offrendo una riflessione senza tempo sulla vanità umana e l’inseguimento di un’identità artificiale.