Prima ancora di essere uomini o donne, siamo maschi o femmine. Questi due ultimi termini sono utilizzati quasi in senso dispregiativo, a meno che non si debba definire secondo la grammatica italiana il genere di un nome.
L’aggressività del maschio è utile per garantire sopravvivenza alla prole, alla propria famiglia, assicurando il sostentamento e quando è la femmina a dover svolgere questo compito, perché manca il maschio, anche lei è in grado benissimo di farlo(anche lei). Essere femmine ed essere maschi dipende da ciò che la natura ha stabilito per noi, e si diventa tali quando un sistema sociale (che chiamiamo cultura, nel caso umano) garantisce e soprattutto tutela questo diventare.
Lo stesso discorso vale ovviamente quando ci troviamo di fronte ad altre situazioni evolutive, come nel caso dell’essere gay, transgender, bisessuale, e così via. La sessualità umana è fortunatamente molto più interessante delle valutazioni di un qualsiasi potere umano che desidera controllare anche gli aspetti più intimi e personali della nostra vita.
E la femmina umana, prima ancora di diventare donna, è accogliente, seducente, raffinata, paziente, ansiosa, umorale e tante altre cose per una serie di motivi, primo fra tutti perché la sua sensibilità è funzionale alla capacità di accogliere la vita nuova che entra nel mondo. E questo avviene anche se non si hanno figli. Ecco perché preferisco parlare della festa della femmina, senza disconoscere il motivo storico grazie al quale festeggiamo anche la donna.
ISCRIVITI alle NewsLetter per non perdere le nostre novità e iniziative!
[mailpoet_form id=”2″]