E POI COSA FAI?INEDITOMUSICARUBRICHE

Quattro chiacchiere con Paul Mazzolini aka Gazebo

Quando pensi a Gazebo, vengono subito in mente le immagini del primo “Vacanze di Natale”, dove I LIKE CHOPIN con la sua eterna bellezza, ci struggeva il cuore, grazie a quell’effetto empatico che solo poche canzoni sono capaci di dare.
Paul Mazzolini però non è solo questo. Anzi, è un uomo, compositore, musicista che ha venduto all’incirca 20.000.000 di dischi nel mondo… roba da fantascienza ai giorni nostri insomma.
Il bello è che lui lo sa che i tempi sono cambiati e che tutto è ridotto al macero dalle major, ma nonostante questo, continua a divertirsi componendo analogicamente musica anni ‘80, tanto alla fine se qualcuno proverà a criticarlo, potrà sempre guardarlo dall’alto, in piedi sui tutti i suoi dischi venduti.
Gli ho fatto un po’ di domande, in puro stile “RITORNO AL FUTURO”, in vista dell’uscita del suo ultimo album, dopo anni d’assenza: “ITALO BY NUMBERS

Ciao Paul, sono felice di fare quattro chiacchiere con te, quindi iniziamo subito.
Cosa dobbiamo aspettarci dal tuo nuovo disco? E’ un tuffo nel passato oppure c’è qualcosa di nuovo?

Lo spirito è volutamente anni ‘80, i suoi si rifanno a quegli anni, grazie anche all’uso di molti strumenti analogici, che preferisco di gran lunga a quelli digitali. Poi la tecnologia ha fatto il resto sul mix e master del disco.
E’ un disco che non poteva non uscire su vinile, poi ovviamente lo si troverà anche su Cd, iTunes, Amazon etc.

Secondo te oggi, i ragazzi hanno qualcosa in più oppure in meno rispetto ai tuoi tempi?

Una volta c’era musica prodotta da veri musicisti che si mettevano lì a provare, fin quando il suono non usciva perfetto. Poi c’è stato l’avvento dei Dj e già qualcosa forse è andato perso.
Diciamo che oggi la qualità è venuta un po’ meno, eccezioni a parte e la gente di contro, se ne frega di veder suonare qualcuno dal vivo.
Mettiamola così: “oggi si accontentano delle ruote, mentre prima ci voleva tutta la macchina”

Ho letto in giro che non sei molto per i Talent. Dimmi la tua a tal proposito: secondo te servono ad un  giovane artista o no?

Trovo che i Talent siano un vero e proprio tritacarne.
I talenti ci sono, ma per colpa dei talent, questi, non hanno il tempo di sviluppare le proprie capacità, siccome la Tv ha una sua velocità e tu devi adattarti ad essa.
Non tutti ricordano che anche gente come Lucio Dalla e Lucio Battisti, prima di affermarsi, hanno ‘cannato’ qualche album, ma la differenza, è che il tempo era più galantuomo e abbiamo saputo aspettare che sbocciassero.
Oggi se sbagli un  disco sei finito. Idem se non ti adatti alla velocità del talent in questione.

Pensi che qualche bravo vero in giro ci sia o tutto è diventato più ‘amatoriale’?

Di ragazzi bravi in giro ce n’è eccome, perché grazie a mezzi come YouTube, c’è voglia di curiosare e quindi molti ragazzi sono bravi a “rubare” i movimenti direttamente dai video che vedono on line.
Molti ragazzi oggi non fanno la gavetta, ma se devo essere sincero neanche io l’ho fatta, visto che con il primo disco mi sono visto arrivare in cima alle classifiche di mezzo mondo, ma forse, a differenza di molti giovani d’oggi: avevo un background che mi ha permesso di capire dove volessi arrivare e che genere volessi portare avanti.
Il problema di oggi è che ci sono troppi cloni in giro e troppi pochi che fanno qualcosa di originale.

Dimmi la verità: ma non ti sei rotto di cantare in giro “I LIKE CHOPIN”?

Mi ero già rotto di farla due anni dopo che era uscita.
Immagina, girare per due anni a fare promozione in tutto il mondo con la gente che ti fa sempre le stesse domande, che ti chiede di cantare sempre gli stessi dischi…
La differenza forse, è che oggi guardo, canto e ascolto questo pezzo con molta più maturità, anche perché se qualcuno me la togliesse dai miei live o dalla mia storia, sarebbe un po’ come togliere ‘Piccolo Grande Amore’ a Baglioni…
Però ci tengo anche a dire, che quello (I Like Chopin), non fu l’unico disco a segnare un’epoca. Ad esempio, ‘Masterpiece’, secondo me, è stato il vero primo disco ITALODANCE.
Però poi, devo anche ammettere che la gente viene ai miei concerti soprattutto per I LIKE CHOPIN.

Sono un appassionato del primo VACANZE DI NATALE e credo fermamente che quel film ti debba qualcosa, ma di contro, quanto tu devi a quel film?

Conosco gente che ogni anno si riunisce a Natale per guardare quel film, come se fosse la prima volta. Si vestono in stile anni ‘80, cantano le canzoni, ridono, piangono e si emozionano.
Credo sia stato un bene per me il film e per loro, la colonna sonora con ‘I Like Chopin’.

Cosa ti aspetti da quest’album “ITALO BY NUMBERS”?

Sono perfettamente consapevole di non sfiorare neppure l’idea di certe vendite del passato.
Sono uno che ha venduto all’incirca 20.000.000 di dischi e oggi quei numeri non esistono più, perché la musica è percepita in modo totalmente diverso.
Non appartengo poi, al cerchio magico delle major, quindi mi piacerebbe ricevere un buon feedback per sentirmi appagato.
Le vendite sono una conseguenza e per il resto, userò il pretesto di quest’album, per suonare con la mia band in giro e dal vivo. Cosa che amo particolarmente.

Grazie mille Paul! Poi faccio 20.000.000 di IN BOCCA AL LUPO!

Grazie a voi e W la Musica suonata!


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Fabio De Vivo

Nato a Napoli il 22 maggio 1982. Dj, speaker radiofonico, conduttore televisivo, autore, web content writer ora anche nella famiglia di M SOCIAL MAGAZINE con la rubrica “E POI COSA FAI?”

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