LIBRIUNO SGUARDO SU...

Spalla@Spalla: un romanzo sull’amore universale e sul potere dell’amicizia

Carlo – che in realtà, colpa di un’infelice scelta dei suoi genitori, è chiaro, si chiama Stanislao – è un trentenne cinico, caustico e molto impulsivo. Lavora in un laboratorio, ama la musica ed è diabetico.

Luana – in realtà Ferdinanda, ahimè – lavora in uno studio di grafica pubblicitaria, ha molte personalità con cui disquisisce nei momenti più bui («Ragazze, mantenete il decoro. È questione di pochi minuti, mi raccomando, conto su di voi” bisbiglio alle altre») ed è costantemente in lotta con il mondo che la circonda.

Carlo e Luana sono coinquilini. Sono amici per la pelle e quasi complementari, dipendenti l’uno dall’altro sebbene anche un po’ duri, di tanto in tanto, e no, non stanno insieme – malgrado molte persone lo credano – anche perché sono entrambi omosessuali. Carlo sta con Marco, un ragazzo freddo e un po’ distante, certamente non particolarmente simpatico. Luana sta con Iris, perennemente impegnata, molto egoista e poco propensa a far evolvere la storia in qualcosa di veramente serio.
Carlo e Luana, innamoratissimi dei propri partner, odiano l’uno il compagno dell’altro. Sarà che sono uniti da un affetto sconfinato e fraterno – e chi, più dei nostri fratelli, è capace di capire se chi abbiamo attorno è fatto apposta per noi o è una presenza deleteria? – e sarà che sono entrambi molto arguti e poco propensi al miele, ai baci e ai cuori fini a se stessi, difendono a spada tratta i diritti l’uno dell’altro. Dimenticando, spesso, i propri. Ahia, l’amore fa questo e altro.
Luana e Carlo si destreggiano in un mondo bizzarro (sebbene anche profondamente reale), in mezzo a personaggi bizzarri e facendo cose bizzarre.
C’è la piccola Silvietta, figlia della lamentosa sorella di Luana, Federica. La bambina, innamorata di Carlo – che chiama zio Carletto –, ama trascorrere del tempo con lui. Purtroppo, complice il carattere un po’ troppo vivace di lei, non è ricambiata.

«Nell’agognata speranza che muoia soffocata, le chiudo le narici con il pollice e con l’indice della mia mano destra. Per depistare le indagini, burloneggio e faccio finta di strattonarle il nasino a mo’ di giochetto. Purtroppo l’innocente remake di Carrie – lo sguardo di Satana è piuttosto reticente a morire e, pronta di spirito, soffia energicamente. In silenzio, strofino la mia mano sui suoi capelli con fare ingenuo o persino distratto.»

C’è la Zia di Carlo, Francesca, omofoba/ignorante e svampita, tirchia ed egoista.

«Con me e Luana c’è mia zia Francesca: l’unica, insormontabile, immarcescibile, entusiasmabile, irrefrenabile, inattendibile, insuperabile Reginella del trash. Per l’occasione ha indosso una simpatica quanto sobria maglietta leopardata tendente al marrone scuro. I jeans scuciti all’ultima moda e le scarpette viola con piccoli pois giallini fanno di lei un tramite tra Platinette e Spok dell’Enterprise di Star Trek.»

C’è la scellerata ma buona Tania, campionessa di illogicità, e l’antipatico e brusco Emilio – che poi, di lavoro, non si capisce bene cosa faccia.
In questo libro che si legge d’un fiato – divertente e irriverente a tratti, a tratti anche specchio del mondo che abitiamo – troviamo alcuni valori che ognuno di noi dovrebbe tenere costantemente a mente.
Troviamo la forza dell’amicizia, quel legame che ci addolcisce, che ci nutre, che ci dà sicurezza e equilibrio.

«Tutti dicono che l’amicizia, come l’amore, necessiti di regole da rispettare; però poi, stranamente, non c’è mai nessuno che si mette ad elencarle, forse perché sono troppe o forse perché il confine tra la conoscenza e la condivisione è sempre così labile.»

Troviamo l’ironia perché – checché se ne dica, ragazzi – è proprio una bella e sana risata che ci salverà.

«Alto come Juni Peperina inventa-tutto senza zeppole, stessa virilità di Marilyn Monroe e silenzioso come le Cascate del Niagara dopo 32 giorni di pioggia ininterrotta sulla zona, il delizioso …enne (definito da tutti in questo modo per la sua ignota e indecifrabile età, complice un piccolo lifting alle labbra ora modello canotto e abile limatura del naso ex aquilino), si è legato a me come i punti di una sutura post operatoria.»

E troviamo l’amore universale. L’amore universale che va difeso. L’amore universale che, spesso maltrattato e giudicato e bistrattato, deve vincere. È lì che inizia il compito di tutti noi. Con l’amore.
L’amore è giusto sempre, è bello sempre – purché non sia geloso, possessivo, deleterio, violento – ed è da difendere – unghie e denti – da chi vorrebbe circoscriverlo e stringerlo in regole o leggi. Perché l’amore non ne ha, di confini, di paletti, di catene.

Christian Coduto ci dona una storia che fa ridere, sì, ma anche riflettere. Ci dona una storia completa e un po’ bizzarra – l’ho per caso già detto? – ma certamente da leggere. Ci dona un po’ di speranza – ché finché qualcuno scriverà di amore e amicizia il mondo farà un passetto verso la salvezza –.
E ci sembrerà di conoscerli, Carletto e Luana, la non troppo vispa Tania, l’ombroso Emilio, il traditore Marco, l’ambientalista Iris e la campionessa di cattivo gusto Francesca.


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Federica Cabras

Ventiseienne, grande sognatrice. Legge per 12 ore al giorno e scrive per le restanti 12. Appassionata di cani, di crimine, di arte e di libri. Dipendente dalle paste alla crema. Professione, giornalista.