Affrontare il passato per abbracciare il futuro: la storia di Nali

Un anno è trascorso da quel giorno che Nali definisce “la catastrofe”, eppure la sua vita resta in bilico. In una sola mattinata, ha perso il marito Andrea e il figlio tanto desiderato, un dolore che le strazia ancora il cuore. I ricordi, custoditi gelosamente nella sua mente, le impediscono di andare avanti. Liste di impegni e un’intensa dedizione al lavoro rappresentano, o almeno così spera, un fragile tentativo di ripresa, di ritrovare il sorriso perduto. Nemmeno l’affetto delle amiche riesce a scalfire la profonda malinconia e il senso di colpa che la avvolgono. Intrappolata in un vortice di angoscia e rimorso, Nali prende una decisione radicale: lasciare Roma, una città soffocante che le impedisce di respirare. La sua fuga la porta a Bracciano, in una piccola casa che le offre un po’ di respiro. L’appartamento condiviso con Andrea, pur in un matrimonio tutt’altro che idilliaco, è saturo di ricordi dolorosi. In questa nuova dimora, lontano dal caos urbano, Nali spera di trovare pace e soprattutto, di perdonarsi. Un vecchio amore, mai del tutto sopito, attende lì. “Alcune persone ti penetrano nell’anima, ti rubano il respiro e non te lo restituiscono più. Basta uno sguardo e si precipita nel vuoto”, descrive la sua condizione. Ma come guarire dalla tristezza? Come liberarsi dal peso del passato, delle mancanze, delle sofferenze? Nali non lo sa, ma in quella casa di campagna, lontano dallo smog e dalla confusione, cerca di lenire il senso di colpa che la tormenta da 365 giorni. Un gesto, considerato orribile da lei stessa, la consuma. Non le resta che aspettare, sperare che il dolore si attenuino, che la vita le offra un nuovo motivo per guardare al futuro con serenità. “L’ansia è terrificante, un’ombra che paralizza, impedendo di andare avanti o indietro, mentre la vita scorre inesorabile, lasciandoti solo, terribilmente solo”, confida. Sara Manca ci narra di un cuore spezzato e della nostra capacità di autodistruggerci, di soffrire oltre il necessario, di aggrapparci a ricordi dolorosi. Ma ci parla anche della tenacia della vita, del desiderio di respirare di nuovo dopo un lungo periodo di apnea. Un contrasto interiore che ci tormenta. Nali è bloccata nel passato, legata al ricordo del marito defunto, convinta di non poter più essere felice, un fantasma di se stessa. Solo a Bracciano, pur con gli stessi pensieri a tormentarla, trova uno spiraglio di speranza, un barlume della Nali di un tempo. Sara Manca, citando Sparks, maestro di storie d’amore intrecciate con nostalgia e tempo, ci mostra quanto sia difficile, ma necessario, affrontare il passato, a denti stretti. Può essere doloroso, ma è l’unico modo per andare avanti. Dolore e amore, speranza e rimpianto, perdono. E alla fine, solo alla fine, arriva la liberazione.