Un amore esclusivo è davvero amore? Un’analisi dell’egoismo sentimentale

Credevo di poter amare diversamente dagli altri, di conquistare affetto anche da chi solitamente lo negava. Questa presunzione mi ha sempre permesso di connettermi con chiunque, trovando un linguaggio comune di empatia. Ma quando l’amore si presenta come un rifugio dall’odio per il mondo, il quadro cambia. Questa presunta elezione, questo sentirsi l’unico a suscitare amore, è lusinghiero, ma è una trappola. Il cuore non funziona a compartimenti stagni; non può ospitare l’odio e contemporaneamente nutrire un amore, sia pure parziale. È come mangiare la parte sana di un cibo, ignorando la muffa che lo contamina: se il cibo è avariato, è difficile che una sola parte rimanga integra. Più probabilmente, inconsapevoli del veleno, ingeriamo anche la parte marcia. L’amore autentico riconosce l’odio, ma lo trascende, abbracciando comprensione e compassione. Certamente, la rabbia è un’emozione umana, ma chi sceglie di vivere nell’amore non si limita a una sola persona. Sceglie un compagno di vita, un legame solido, un patto di fedeltà. Amare solo una persona è impossibile. L’amore nasce dalla magia dell’incontro, della condivisione. È un sentimento da condividere, una necessità che si espande a tutti quando il cuore è aperto. La frase “Odio tutti, ma amo te” è un atto di egoismo, un tentativo di imporre un’esclusiva, un bisogno possessivo di possedere. Voglio stare con te, voglio essere tuo, voglio condividere con te, amo la vita, il mondo, me stesso… e te, come nessun altro. Ma amare veramente significa conoscere l’amore in tutte le sue sfaccettature.