TELEVISIONE

Il Nome della Rosa “spopola sui social” e conquista il piccolo schermo

Il nome della rosa vince la prima serata di Rai1 con il 27,4% di share e Guglielmo da Baskerville è già la star sui social!

Malgrado il confronto col film (e con Sean Connery) e certi passi falsi della regia (i salti temporali alla Lost), la prima puntata non lascia l’amaro in bocca e cattura 6,5 milioni di telespettatori.

La Rai punta a prodotti di respiro internazionale e dopo il successo de I Medici, anche Il nome della rosa non delude le aspettative e debutta con ottimi ascolti vincendo la prima serata.

Nel commentare i primi due episodi della serie tv, disponibile anche in lingua inglese su Raiplay, il pubblico si è sbizzarrito nel confronto tra il personaggio di Turturro e la versione interpretata da Sean Connery nel film del 1986 invadendo i social.

Lo stesso John Turturro ha sottolineato la modernità dei temi trattati nel romanzo di Umberto Eco e non mancano importanti riferimenti storici e religiosi che ammiccano al presente.

Una delle lezioni fondamentali di Umberto Eco è stata quella di prendere consapevolezza delle differenze tra i vari media: ogni mezzo di comunicazione ha un suo linguaggio, un suo “alfabeto” come lo ha definito lo stesso autore.

Proprio per questo il grande studioso oggi storcerebbe il naso nel vedere i tanti confronti tra la versione letteraria, quella cinematografica e quella televisiva, del suo romanzo più celebre, senza essere degli accademici, basta poco per capire che un film e una serie tv difficilmente possono essere messe sullo stesso piano.

Tra le varie considerazioni, negative o positive che siano, Il nome della rosa ha colpito soprattutto per l’imponenza delle scenografie, per la bellezza dei costumi e della fotografia.

Il nome della rosa venne portato al cinema nel 1986 dal regista francese Jean-Jacques Annaud, con Sean Connery protagonista.

Ambientato nell’Italia del 1327, Il nome della rosa racconta le vicende del frate Guglielmo da Baskerville, che insieme al novizio Adso da Melk, raggiunge un’abbazia isolata nella quale ben presto si concentreranno diversi misteriosi omicidi.

La mini-serie, composta da otto puntate, co-produzione italo-tedesca, probabilmente monopolizzerà i social fino alla fine della messa in onda, in quel mix di ricordi e fascino che solo romanzi che hanno fatto la storia, come quello di Umberto Eco, possono trasmettere.

Non ci resta che attendere la prossima puntata -in tutto saranno quattro- e vedere cosa ci aspetta e se c’è in questo riadattamento televisivo qualcosa di innovativo o qualche scena in più sempre tratta dal libro che nello storico film per il grande schermo non fu possibilile inserire per problemi di sceneggiatura, aspettando “Il Nome della Rosa parte seconda”.

Armando Biccari

Mi chiamo Armando Biccari ho origini pugliesi sono un giornalista ho lavorato e lavoro lavoro per diverse Testate giornalistiche online e Carta Stampata, e Radio TV ho vissuto in diverse città Italiane Genova, Venezia, Prato Macerata. Tra le mie passioni ci sono oltre al Cinema la comunicazione musicale Sociologia dei New Media Audiovisivi Televisione, e la comunicazione scientifica e tutto il resto...