Il volo di Dumbo: Tim Burton rilancia un classico Disney

Il volo di Dumbo: Tim Burton rilancia un classico Disney

Il celebre elefante dalle orecchie sproporzionate, protagonista del quarto classico d’animazione Disney, torna sul grande schermo in una nuova versione live-action. Questa reinterpretazione, diretta dal pluripremiato Tim Burton, offre una storia ampliata con un’ampia gamma di nuovi personaggi interpretati da un cast stellare. Il regista riunisce Michael Keaton e Danny DeVito, collaboratori di vecchia data, per la prima volta dai tempi di “Batman – Il Ritorno” (1992), anch’esso diretto da Burton. La sceneggiatura è firmata da Ehren Kruger. Nel film, Dumbo, affidato alle cure di Holt Farrier (Colin Farrell) e dei suoi figli, trova rifugio nel circo di Max Medici (Danny DeVito), inizialmente visto come una semplice attrazione di un’impresa in difficoltà. Tuttavia, la scoperta del suo straordinario talento nel volare rilancia le sorti del circo, attirando l’attenzione dell’ambizioso impresario V.A. Vandevere (Michael Keaton), che desidera integrarlo nella sua nuova attrazione, Dreamland. Il cast comprende anche Joseph Gatt (Neils Skellig), Alan Arkin (J. Griffin Remington) e Sharon Rooney (Miss Atlantis), quest’ultima interpretata vocalmente e nella versione italiana da Elisa, che ha prestato la sua voce cristallina per la canzone “Baby Mine”, aggiungendo un tocco personale alla versione originale del 1941. La cantante ha utilizzato un microfono Copperphone per un effetto sonoro ovattato e misterioso, un omaggio allo stile dark tipico del regista. Il film, un adattamento del classico Disney del 1941, vincitore di un Oscar per la migliore colonna sonora e candidato per la migliore canzone originale (“Baby Mine”), si presenta come un’ulteriore dimostrazione del talento di Burton, narratore moderno capace di trasporre con maestria racconti e fiabe sul grande schermo, come dimostrano anche “Alice in Wonderland” e questo stesso “Dumbo”. Burton, insignito recentemente del Premio alla Carriera David di Donatello, conferma ancora una volta la sua abilità nel reinterpretare classici senza tempo.