Il 30 aprile 1989 ci lasciava Sergio Leone, maestro indiscusso dello spaghetti-western e autore di opere cinematografiche immortali. Ricordato per la trilogia del dollaro con Clint Eastwood e per capolavori come “C’era una volta il West” (con Claudia Cardinale) e “C’era una volta in America” (con Robert De Niro), Leone ha plasmato un immaginario inconfondibile: il sigaro, il poncho, il cappello e l’immancabile pistola nella fondina. Sette film, un lascito indelebile nella storia del cinema, che ha ispirato registi come Quentin Tarantino e Stanley Kubrick (per “Arancia Meccanica”), e ha influenzato profondamente il genere western, come testimonia l’opera di Sam Peckinpah, “Il mucchio selvaggio”. Lo stile inconfondibile di Leone, caratterizzato da un’accurata narrazione visiva e dall’esaltazione di figure antieroiche, trova la sua massima espressione nei suoi spaghetti-western, dove il duello rappresenta un momento di verità, un confronto esistenziale tra vita e morte. Dopo il successo di “Per un pugno di dollari”, seguì “Per qualche dollaro in più” (1965), con il violento Gian Maria Volonté, e “Il buono, il brutto, e il cattivo” (1966), ultimo capitolo della trilogia, culminante nel leggendario “duello a tre” nel cimitero. L’ultimo film di Leone, “C’era una volta in America”, con Robert De Niro e James Woods, rappresenta un testamento artistico, un’esplorazione dell’amicizia e del contrasto tra l’innocenza dell’infanzia e la dura realtà dell’età adulta. Le sue parole, riportate in diverse interviste, rivelano una precisa visione cinematografica: eliminare le distrazioni, comporre le scene come quadri di Yves Tanguy o Magritte, orchestrare musica e immagini in una sinfonia temporo-spaziale, e infine, attingere alla Commedia dell’Arte, considerando i personaggi come maschere goldoniane. Seguendo queste precise linee guida, Leone ha rivoluzionato il cinema, soprattutto il western, un genere che, secondo il regista stesso, era stato “inventato da Omero”. Per celebrare il trentennale della sua scomparsa, la Viggo distribuisce un omaggio cinematografico con una doppia programmazione dal 29 aprile al 7 maggio: la versione restaurata di “Per un pugno di dollari” e il documentario “Sergio Leone: cinema, cinema” di Carles Prats e Manel Mayol. Le proiezioni inizieranno a Torino (Multisala Massimo, dal 29 aprile), proseguendo a Milano (Cinema Beltrade, dal 30 aprile) e Firenze (Multisala Principe, dal 7 maggio). La versione restaurata di “Per un pugno di dollari” è curata da Ripley’s Films e dalla Cineteca Nazionale del CSC, in collaborazione con Unidis Jolly Film e Sky Cinema. Il documentario, invece, raccoglie testimonianze inedite di amici e collaboratori, tra cui Tonino Delli Colli, Sergio Donati, Ennio Morricone, Dario Argento, Fernando Di Leo, Florestano Vancini, Christopher Frayling e Luca Verdone, offrendo un ritratto completo e toccante del grande maestro.
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