La Gioventù al Concertone 2019: Oltre le Polemiche, un Grido Generazionale

La ventottesima edizione del Concertone del Primo Maggio a Roma ha risuonato di un’energia giovanile travolgente, che ha superato ogni aspettativa, sfidando pioggia battente e incertezze lavorative. Decine di migliaia di giovani hanno affollato Piazza San Giovanni, trasformandola in un cuore pulsante di musica e partecipazione, anche in streaming dove gli ascolti nella fascia 18-34 hanno raggiunto il picco più alto dal 2013, con circa 170.000 interazioni sui social media usando gli hashtag #Concertone e #1M2019. Non solo spettatori entusiasti, ma anche protagonisti attivi: una generazione di artisti emergenti, rifiutando l’etichetta riduttiva di “nuovi talenti”, che secondo il presentatore Lodo Guenzi incarna la nuova musica popolare italiana. Dietro le quinte, l’atmosfera era inaspettatamente serena e professionale. I giovani musicisti, da Eman e Eugenio in Via di Gioia a Le Mandorle e La Rappresentante di Lista, si sono esibiti con sicurezza e disinvoltura, interagendo con la stampa con naturalezza. Alessandro Lombardi (Le Mandorle) ha espresso la sua soddisfazione, rivelando il desiderio di prolungare la performance. Questa felicità si univa a una consapevolezza della propria traiettoria artistica, come testimoniato dalla risposta del cantante torinese alla richiesta del conduttore di esibirsi in palasport affollati: la consapevolezza di essere una realtà in crescita. Eman, durante l’esecuzione di “Giuda”, ha espresso il desiderio di calcare molti altri palcoscenici simili. Il pubblico ha saputo creare una connessione profonda con artisti indipendenti come Izi, Coma_Cose, Canova ed Eugenio in Via di Gioia, che hanno infuso il backstage di leggerezza e ironia. Artisti con esperienza sanremese, come gli Ex-Otago e La Rua, hanno affrontato l’evento con entusiasmo, definendo il pubblico “una piazza pronta ad esplodere”, offrendo una performance intensa che univa la loro nuova produzione a elementi della loro identità musicale consolidata. Ma la partecipazione giovanile non si è limitata a un’espressione di spensieratezza. I messaggi sociali hanno avuto un ruolo significativo, veicolati non solo da artisti veterani ma anche da giovani talenti. Manuel Agnelli ha reso omaggio a Kurt Cobain, riflettendo sulla sua eredità artistica; Daniele Silvestri ha sapientemente mescolato dramma e ironia; i Subsonica hanno lanciato un messaggio di disobbedienza artistica. Ambra Angiolini ha invitato a prestare attenzione alle parole, mentre Ylenia Lucisano ha lanciato uno slogan femminista contro la violenza sulle donne. Anastasio ha dedicato parole di apprezzamento agli addetti ai lavori, e Ghali ha dedicato il suo nuovo successo “I love you” ai giovani detenuti, augurando loro un futuro migliore. Achille Lauro, Carl Brave (con un’esibizione trionfale dopo la performance di Noel Gallagher) e Gazzelle hanno dimostrato la capacità di questa generazione di coinvolgere il pubblico in modo totale, senza dimenticare la gravità di alcune tematiche, come il ricordo di Stefano Cucchi, evocato dalla sorella che ha lanciato un accorato appello a “non smettere mai di credere”.