Gentile Barbara d’Urso, le scrivo nuovamente, spinto dal bisogno di esprimere il mio apprezzamento per la sua impeccabile conduzione dell’ultima puntata di “Live – Non è la d’Urso”. Ha gestito con maestria una situazione complessa, affrontando con prontezza e professionalità tutti gli argomenti previsti, nonostante le difficoltà imposte dall’emergenza sanitaria e dall’assenza del pubblico. Dopo una carriera così lunga, gestire un talk show è per lei un’impresa di routine, ma il comportamento di Vittorio Sgarbi è stato inaccettabile. La sua aggressività verbale nei suoi confronti, e nei confronti dello staff e di Stella Cadente (Manente), è stata davvero sconcertante. Ricordo ancora le sue offensive esternazioni sul Gay Pride milanese dello scorso anno; una persona così non dovrebbe nemmeno essere considerata per un’ospitata. Questo “signore” sfoga costantemente rabbia e frustrazione con attacchi verbali ingiustificati, una condotta da piccolo uomo vile. Volentieri tralascio i suoi deliri di onnipotenza, ma non posso ignorare lo spettacolo sgradevole a cui lei, e noi telespettatori, siamo stati costretti ad assistere. È inaccettabile assistere all’invettiva sconsiderata di un uomo contro una donna, ma è allo stesso tempo appagante vedere la calma e il silenzio con cui lei ha neutralizzato la sua arroganza. Il silenzio, a volte, è la risposta più efficace. Lasciamo il chiasso a chi non sa fare altro. Molti personaggi vengono ospitati in televisione, ma perché si continua a dare spazio a persone volgari e maleducate, a scapito di chi ha qualcosa di sensato da dire? Barbara, un individuo come Vittorio Sgarbi non dovrebbe essere presentato come una figura colta e acculturata. Le parole hanno un peso e vanno contestualizzate, ma non bisogna dimenticare il loro significato vero. Non intendo impartire lezioni, ma se lui è considerato colto, come definiamo coloro che hanno realmente arricchito la cultura del nostro Paese? Cultura significa rispetto e buon senso; significa “coltivare”, non essere prepotenti o aggressivi. Sgarbi sarà certamente un intellettuale, critico d’arte, saggista e politico di rilievo, ma essere ricordati per le proprie invettive televisive piuttosto che per i propri meriti è triste. Persone del genere dovrebbero essere escluse dal piccolo schermo, tenute lontane dai riflettori. Cara Barbara, le consiglio, con affetto, di evitare di ospitarlo di nuovo. E se dovesse accadere, quei “calci in culo” promessi, diaseli davvero! Cordialmente, Simone Di Matteo.
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